(Il Romanista - P.A.Coletti)Zeman contro Montella. Oggi tutto sembra dividerli ma la loro è la storia di due uomini che si sono sempre ammirati, cercati, sfiorati e ormai destinati a non poter remare insieme dalla stessa parte.
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Zeman-Montella sliding doors
(Il Romanista – P.A.Coletti) Zeman contro Montella. Oggi tutto sembra dividerli ma la loro è la storia di due uomini che si sono sempre ammirati, cercati, sfiorati e ormai destinati a non poter remare insieme dalla stessa parte.
Tutto inizia nella primavera del 1999 quando Zeman, verso la fine della sua prima esperienza da allenatore della Roma, invoglia Franco Sensi a sborsare 50 miliardi di lire, all’epoca l’acquisto più costoso della storia giallorossa, per accaparrarsi il bomber del momento: l’aeroplanino Vincenzo Montella. Il Boemo vede in quel ragazzino dal sinistro magico, che nei suoi primi tre anni di Serie A con la maglia della Sampdoria aveva segnato 54 gol in 83 partite, il suo centravanti ideale, colui che può far fare il salto di qualità alla sua Roma. Montella, che lascia una Samp appena retrocessa in B, non vede l’ora di lavorare con Zeman, certo che il profeta del calcio offensivo possa aiutarlo a segnare valanghe di gol. L’aeroplanino è convinto e contento di arrivare in una squadra devota all’attacco, con ambizioni di vertice dove lui si sente un assoluto protagonista. I progetti di Zeman sono alti, mentre quelli di Sensi sono solo altri. Il 2 giugno del ’99 il Boemo viene esonerato, allontanato dal suo amore più grande. «Con Zeman c’è sempre stato un buon rapporto, ma erano diverse le esigenze: uno voleva impostare le cose in un modo, io in un altro» le parole di congedo del presidente Sensi. Nella capitale arriva Fabio Capello, il vincente. «Una decisione politica» come l’ha definita lo stesso Zeman il giorno del suo ritorno a Trigoria.
Una decisione che spiazza molti, tra questi sicuramente Vincenzo Montella. Non è un mi mistero che con Capello il rapporto non sia mai decollato nonostante lo scudetto e i tanti gol messi a segno dall’aeroplanino. Tante panchine e molte liti tra l’attaccante e l’allenatore che però non impediscono a Montella di stringere un rapporto viscerale con squadra, tifosi e città. Le strade di Zeman e Montella son tornate poi a sfiorarsi nell’estate del 2005. La Roma esce dall’annus orribilis dei cinque allenatori. Montella, ormai tra i senatori giallorossi, con i suoi 21 gol contribusce alla conquista della salvezza alla penultima di campionato a Bergamo. Nel giugno del 2005 Zeman torna fortemente nei pensieri dei Sensi. Tanti corteggiamenti e una stretta di mano però poi disattesa dall’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina giallorossa. Nulla da fare, Montella non sarà mai allenato da Zeman. La carriera da allenatore Montella la inizia sulla panchina giallorossa, chiamato al posto di Ranieri da Rosella Sensi, proprio nell’anno in cui il Boemo fa ritorno nella sua Foggia. L’anno successivo per l’Aeroplanino la consacrazione a Catania e per Zeman il riscatto a Pescara. Un allenatore in rampa di lancio, Montella, e uno tornato alla grande sotto le luci della ribalta, Zeman.
Entrambi romanisti, innamorati di Roma e della Roma, che per tornare a sedersi su quella panchina farebbero di tutto. Baldini per sostituire Luis Enrique e rilanciare il progetto Roma pensa proprio a loro. Le trattative e i colloqui con Montella, proprio quando sembra tutto fatto, si interrompono. Qualcosa va storto. La rottura tra l’Aeroplanino e i dirigenti giallorossi spianano la strada al ritorno a Trigoria, dopo 13 anni, del Boemo. Sabato si troveranno di fronte, per la prima volta, insieme sul prato dell’Olimpico. Un ritorno a casa per entrambi, senza essere mai stati dalla stessa parte.
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