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Zeman: «All’attacco, per la gente»

(Il Romanista) – Pubblichiamo qui un ampio estratto dell’intervista a Zdenek Zeman, realizzata da Roberto Notarianni e Antonio Felici per France Football l’ultimo giorno di permanenza a Pescara del tecnico boemo.

Redazione

(Il Romanista) - Pubblichiamo qui un ampio estratto dell’intervista a Zdenek Zeman, realizzata da Roberto Notarianni e Antonio Felici per France Football l’ultimo giorno di permanenza a Pescara del tecnico boemo.

Zeman, il Pescara ha vinto il campionato con 90 gol (top Serie B dopo SPAL 1949-50, 95 reti) e una differenza reti di +35. Ha polverizzato il suo record personale di gol in una stagione ed eguagliato quello della differenza reti. E’ la migliore delle sue stagioni, il suo capolavoro?Direi proprio di sì. Questo è qualcosa di più rispetto ad altre situazioni. Soprattutto perché era la mia prima stagione in questa società. Le altre volte, magari c’era voluto piu tempo. Come al Foggia, dove le cose migliori sono arrivate al secondo anno. E non subito: nel girone di andata eravamo anche stati ultimi in classifica. Anche perché se la squadra si applicava non riusciva in campo a fare quello che si proponeva.

C’è chi sostiene che oggi lei curi con maggiore attenzione la fase difensiva… Ma non credo… Avvicinandosi al traguardo, i giocatori hanno sentito di più la responsabilità e sono stati particolarmente attenti. Di sicuro, nell’arco del campionato abbiamo, vero, subiti molti gol, ma spesso a risultato acquisito, dopo cali di tensione comprensibili. Poi tanti altri gol causati da interpretazione discutibili da parte del guardalinee (dice divertito, nda). Per quanto riguarda i discorsi sul lavoro difensivo ed offensivo, non ne faccio un caso personale. Nel calcio esistono due fasi. Se chiedi al giocatore cosa preferisce fare quello risponde sempre: "la fase offensiva". Quanto agli spettatori, secondo voi, cosa preferiscono? La fase difensiva o offensiva? Preferiscono vedere gol e spettacolo o qualcos’altro? Evidentemente la squadra che va all’attacco piuttosto che i vari catenacci. Quindi seguo quello che dice e chiede il popolo!

E’ tornata Zemanlandia? Io direi di sì se si considera Zemanlandia un calcio che fa spettacolo, che fa divertire. La gente si diverte quando vede i gol e quando vede qualche numero. Spero di averli accontentati.

Il Barcelona di Guardiola riesce a tenerle su il morale?Da alcuni anni è la squadra migliore al mondo. Va anche detto che ha molti fuoriclasse, particolarmente Messi. Per certi versi è molto dipendente dall’argentino. Per come vedo io il calcio fa troppo possesso palla. Ma devo dire che hanno pure le loro buone ragioni per fare il possesso palla e per verticalizzare poco. Va anche detto che quando si hanno giocatori di questo livello, abituati a giocare insieme da tanti anni, uno si può permettere tutto. Dalla quasi totalità dei rappresentanti del mondo del calcio, comunque la si pensi sul suo conto, è considerato un grande maestro di calcio… Mi fa piacere! Mi rendo conto che un allenatore non potrà mai mettere tutti d’accordo, ma mi fa molto piacere ricevere questi apprezzamenti.

Quali erano i suoi maestri?A Praga, sia nelle giovanili dello Slavia che all’università, ho avuto la fortuna di conoscere allenatori e professori che mi hanno fatto capire e scoprire tante cose. Più in avanti, il mio grande modello nel calcio di alto livello è stato Stefan Kovacs. Aveva idee modernissime e un grande senso del collettivo. Come me veniva da una scuola calcistica che si chiamava ancora danubiana, dove già c’era l’idea del collettivo, di lavorare insieme. Solo che lì si giocava a ritmi bassi. Io ho voluto giocare ad altri ritmi, più alti.

Come reagisce alla nuova ondata di scandali? Che idea s’è fatto di questo ennesimo capitolo del calcioscommesse?Questo discorso nasce da un problema di fondo. Nel senso che il calcio per molti è diventato solo un grande business. Di queste cose se ne è parlato a lungo, mi auguro che per una volta si decida di intervenire per fare un calcio diverso. Semmai mi sorprende un po’ che calciatori di primo piano si ritrovino in mezzo. Perché capisco che il giocatore di serie C che non riceve da mesi lo stipendio possa avere delle tentazioni… sia chiaro non lo giustifico, anzi lo condanno, ma almeno lo capisco. Chi proprio non riesco a capire sono i giocatori famosi e ben pagati… Io ai ragazzi dico sempre: "Continuate a fare calcio per passione, anche ad alto livello. Non mettendo sempre il guadagno al primo piano. Il segreto è la passione". E’ il mio modesto contributo per provare a cambiare la mentalità. Prendete uno come Francesco Totti. Ecco un esempio di giocatore ha sempre vissuto il calcio allo stesso modo: quando era un giovane sconosciuto e oggi che è il fuoriclasse che conosciamo.

Lei manda spesso messaggi di stima a Francesco Totti, venendone ricambiato con altrettanta stima e affetto. Sì, abbiamo un buon rapporto. E dire che per molti anni non ci siamo visti per niente! Ma si vede che ad entrambi è rimasta l’ottima impressione reciproca che abbiamo avuto quando abbiamo lavorato assieme.

A detta di molti, il presidente Sensi molto a malincuore fu costretto a non rinnovarle il contratto. A suo dire, il Palazzo gli “impose” il suo allontanamento, altrimenti non gli sarebbe stato consentito di vincere il titolo. C’è qualcosa di vero in questa ricostruzione? Io sono convinto di sì. Sono convinto che gli sia stato proprio suggerito questo.

E dopo lo scoppio di Calciopoli nel 2006 è cambiato qualcosa? I presidenti hanno continuato a chiamarmi spesso per poi sparire il giorno dopo…