(Il Romanista - M.Izzi) Statistici di tutto il mondo unitevi, le cifre agonistiche giallorosse di Zdenek Zeman si aggiornano con una nuova prestazione con i fiocchi fatta registrare contro il Milan. E iniziamo all’insegna di un paradosso zemaniano, proprio con quella che Zeman stesso, alla vigilia dell’inizio di questo campionato, definiva (nell’intervista realizzata per il dvd griffato Il Romanista “Stile Zeman”, realizzato a cura di Tonino Cagnucci e Claudio Di Nicolantonio) la più bella partita della sua Roma: vale a dire la sconfitta per 2-3 raccolta a San Siro contro i rossoneri il 25 ottobre 1998. Quel giorno la Roma riuscì a concludere per sette volte nello specchio della porta dei padroni di casa (battendo 8 calci d’angolo). La Lupa passò in vantaggio al 9’ con un lancio a tagliare di Aldair che vide Francesco Totti fare un’intera metà campo palla al piede, entrare in area e scavalcare con un cucchiaio Sebastiano Rossi che riuscì tuttavia a smanacciare. Dalla destra sbucò però Marco Delvecchio che mise in rete.
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Zeman contro il Milan come con il Licata a Frattamaggiore
(Il Romanista – M.Izzi) Statistici di tutto il mondo unitevi, le cifre agonistiche giallorosse di Zdenek Zeman si aggiornano con una nuova prestazione con i fiocchi fatta registrare contro il Milan.
Ci furono poi azioni incredibili, come il doppio palo colpito al 23’ da Delvecchio e Tomic, un rigore fallito dal Capitano in apertura di ripresa, una terrificante traversa colpita da un siluro lanciato, sempre da Totti, dall’altezza della lunetta dell’area di rigore. Oltre a questo rendono la dimensione dell’ingiustizia del risultato finale un secondo gol di Delvecchio e una rete del Milan palesemente viziata da un fallo di mano di Ziege. Quello stesso anno, nella gara di ritorno, il 27 febbraio 1999, arriva una bella vittoria di Zeman contro il Milan: 1-0 rete di Paulo Sergio.
Non è una partita spettacolo, ma nel computo mettete una traversa colpita da Totti e un gol fantasmagorico, con Francesco che manda in bianco Leonardo, Albertini e Maldini e pennella un traversone che Paulo Sergio trasforma in gol. Poi, certo, se questa bella cavalcata si mette a confronto con quanto avvenuto la stagione precedente, il 3 maggio 1998, il confronto diventa improbo. La Lupa si trova contro il Milan di Fabio Capello... insomma, un grande classico, come giocare contro “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni (beh no … quella è la Roma di Liedholm), diciamo allora come giocare contro “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo. Ma l’unica coscienza in campo è quella di Zeman che seppellisce il Milan con 5 reti. 5-0. Si comincia con un gol siglato dal raccordo anulare da Candela (maglia numero 5 sulle spalle che fa sempre bene), un destro terrificante che “Seba” Rossi, impegnato a mandare al diavolo il mondo, neanche vede.
Dopo il rigore diligentemente trasformato da Di Biagio, sempre il calciatore romano sferra il nuovo missile terra aria che porta sul 3-0 il match. Andiamo poi a danzare con Paulo Sergio che scherza con la povera difesa milanista con uno scatto degno del Mennea dei tempi belli e brucia quell’anima in pena del portiere milanista. Infine il gol di testa di Delvecchio con Supermarco che festeggia sdraiandosi sul prato dell’Olimpico. Il buon Fabio Capello la prende con filosofia e dichiara: «Chiedo scusa ai nostri tifosi e al nostro presidente Berlusconi. Mi vergogno di quello che ho visto qui a Roma, non ho niente altro da dire». Berlusconi da parte sua, alla fine del primo tempo, confidò a Galliani di essere “annichilito”. Insomma, la Roma di Zeman spazza via il mito del Milan degli invincibili e non è vanto da poco nei confronti di una squadra che per anni aveva dato lezioni di calcio in Italia e in Europa.
Il terzo Roma–Milan all’Olimpico lo abbiamo ancora davanti agli occhi, non sarà il 5-0 del 1998 ma i suggerimenti di Totti ad Osvaldo e di De Rossi a Lamela, con i devastanti effetti in zona gol, ci vanno molto ma molto vicino. Archiviato così il dossier Roma–Milan diamo una sbirciata alle altre gemme della storia zemaniana a partire dai quattro minuti finali del Roma–Fiorentina del 17 ottobre 1998 (la settimana prima di quel Milan-Roma 3-2). La Roma ribalta il risultato con Alenitchev e Totti, ma a dare spettacolo, con giocate degne delle pennellate di Picasso, è Gustavo Bartelt… Nei flash della prima stagione, non si può dimenticare il 6-2 inflitto al Napoli (5 ottobre 1997), la vittoria a Parma per 2-0 (30 novembre 1997), il 4-1 rifilato alla Fiorentina di Batistuta (1 marzo 1998), il 5-0 al Brescia di Pirlo (19 aprile 1998). Nella seconda stagione, oltre ai match ricordati, una menzione è necessaria per Roma–Udinese 4-0 (31 ottobre 1998), per il 2-0 alla Juventus (15 novembre 1998, la Madre di tutte le sfide), per il 3-1 alla Lazio (11 aprile 1999) e naturalmente, parlando di questa stagione, il meraviglioso 4-2 con la Fiorentina (8 dicembre 2012). Quale sarà la prossima tappa? Difficile a dirlo, a sentire Zeman, altro paradosso, il vertice del suo gioco, l’approssimazione migliore del suo ideale, del calcio che si gioca in paradiso, è stato sfiorato solo ai tempi in cui guidava il Licata in una mitica trasferta a Frattamaggiore. Un vezzo che ricorda molto quello che Arrigo Sacchi andava dicendo agli uomini del suo Milan nella loro prima stagione. I rossoneri schiantavano ogni avversario e Sacchi ripeteva loro: «Bene, bene ma non avete l’umilté del Bologna di Maifredi... Bravi, bravi, ma vi manca la concentrazione del Bologna di Maifredi». Il 21 dicembre 1987 ci fu un’amichevole tra Milan e Bologna: finì 5-0 per i rossoneri che sembravano indemoniati e a dirla tutta vedere un’amichevole tra Roma e Licata mi piacerebbe molto.
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