rassegna stampa roma

Vialli, muscoli e coda di paglia

(Il Romanista – M.Bianchini) C’è chi nasce “cabarettista” e altri che lo diventano. Una raffigurazione che calza a pennello al signor Gian Luca Vialli.

Redazione

(Il Romanista - M.Bianchini) C’è chi nasce "cabarettista" e altri che lo diventano. Una raffigurazione che calza a pennello al signor Gian Luca Vialli. L’inappuntabile commentatore televisivo, giacca e cravatta, linguaggio forbito, perfetto stile britannico di cui si vanta, ha dimostrato ampiamente di appartenere a quest’ultima categoria. Quell’arietta da sapientino senza frontiere, esibita puntualmente sugli schermi televisivi, sembra aver attinto indebitamente alla famosa scritta rinvenuta nella riconosciuta patria dell’humor. Sulla tomba di un gentiluomo inglese , noto in vita per i suoi modi garbati, è incisa l’epigrafe: «Qui giace Lord Barlington, scusate se non mi alzo». Invece il maldestro “discoletto” si è alzato.

In ossequio al linguaggio di appartenenza per costituzione, si è permesso di vomitare gratuiti insulti su Zdenek Zeman, uscendo miseramente dal coro che canta da sempre il bagaglio di rettitudine invidiato al boemo. Che tristezza leggere le parole pronunciate dal “depositario” della creanza. Meritano di essere riproposte testualmente: «Zeman è una persona molto intelligente ma è anche un grandissimo paraculo, combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io non l’ho mai perdonato quando ha gettato un’ombra sulla carriera mia e di Del Piero e non mi ha ancora chiesto scusa». Il nostro amico dovrebbe sapere che soltanto chi riconosce di aver sbagliato, presenta le scuse. Non ci risulta che durante la sua inattaccabile carriera, Zeman abbia commesso gli atti sprovveduti rinfacciati dal sig. Vialli. Anzi, è stata proprio l’audacia di voler esprimere il proprio pensiero, piombata come un fulmine sul mondo della falsità , a procurare vergognosi esili allo scomodo tecnico romanista.

Oggi, egli è tornato libero alla testa di una squadra ricca di futuro come la Roma. E se proprio vogliamo tornare indietro nel tempo, esattamente nel 1998 quando Zeman avrebbe «attentato» alla carriera di Vialli e del Piero, lo facciamo con grande piacere. Ricordiamo perfettamente i poderosi muscoli ostentati dai due “immacolati” bianconeri. Somigliavano a quelli di Ercole impegnato nelle 12 mitologiche fatiche. Ma è vietato pensar male. Colpiva l’estetica e niente più. La gente guardava ammirata e si domandava quali feroci “allenamenti” avessero potuto produrre tanto splendore di potenza. In un mondo di ipocriti, soltanto Zdenek ebbe il coraggio di avanzare il sospetto di “marachelle” in farmacia. Non si alteri il sig. Vialli. Siamo stati semplici spettatori di una splendida esplosione di bicipiti e basta. Lungi da noi il dubbio che quei muscoli non fossero figli di “sudore e sacrifici” . Non ci sogneremmo mai di pensare il contrario. Semmai , qualche mente “maliziosa” potrebbe supporre che siano serviti alle fatiche del campo e pure ad accollarsi una imbarazzante coda di paglia.