(Il Romanista - C.Zucchelli) - Se c’era un modo per fargli andare il compleanno di traverso era proprio questo. Di nuovo uno stop casalingo, di nuovo un’uscita dal campo a testa bassa, di nuovo un’occasione persa. Come tutti i romanisti, Francesco Totti aveva immaginato la partita contro la Sampdoria in tutt’altro modo. E non solo perché oggi compie 36 anni. Quello è un dettaglio. Totti voleva vincere anche se oggi fosse stata primavera e non Natale, cioè 27 settembre. Il Capitano, comunque, è l’unico che almeno un motivo per gioire ce l’ha: con la quattordicesima rete alla Sampdoria è arrivato a quota 216 gol in serie A. Neanche a dirlo, tutti con la stessa maglia. Con il destro sotto la Sud, Francesco è diventato il terzo marcatore di tutti i tempi del nostro campionato e adesso punta Nordahl (225). Da segnalare, poi, che Totti è a quota anche 999 colpi di tacco e a Torino, considerando la forma in cui è, può fare cifra tonda. Anche ieri il più vecchio in campo ha corso più di tutti. Emblematica un’azione dopo il gol quando rincorre un pallone dalla trequarti fino alla porta di Romero prendendosi, ma non è una novità, gli applausi di tutto lo stadio. Applausi che per lui ci sono stati dal riscaldamento al fischio finale, quando ha lasciato il campo imbufalito con Mazzoleni che aveva dato soltanto due minuti di recupero.
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Totti non basta, festa a metà
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Se c’era un modo per fargli andare il compleanno di traverso era proprio questo. Di nuovo uno stop casalingo, di nuovo un’uscita dal campo a testa bassa, di nuovo un’occasione persa.
Vuole vincere Totti, vuole, dopo un anno di passione come quello scorso, togliersi delle soddisfazioni e regalare a questa gente serate certamente diverse da quella di ieri. A partire da sabato quando lui, l’ultima e vera bandiera del calcio italiano, giocherà contro l’amico Buffon e contro la nemica Juventus, orfana di quel Del Piero che adesso, dall’altra parte del mondo, si diverte tra pallone e canguri. Lui no. Lui, Francesco Totti, ha ancora voglia di partire e vittorie ad alto livello. Lo stesso vuole anche Maarten Stekelenburg, che sulla coscienza ha il pareggio di Munari con quel pallone non trattenuto che ha propiziato il gol della Sampdoria nel secondo tempo: «E’ un peccato, un vero peccato, ma nel calcio capita. Comunque mi prendo la responsabilità, abbiamo preso solo un punto per colpa mia. Potevamo stare anche tre gol sopra, nel secondo tempo non abbiamo creato molto ma non eravamo così stanchi. Non credo sia un problema psicologico. Ora dobbiamo subito lavorare perché c’è un match importante. La Juve – ha aggiunto il portiere olandese - è la più forte del campionato ma non è imbattibile come ha dimostrato anche la partita di Firenze e noi possiamo vincere ogni partita. In bocca al lupo per noi». E lo dice in italiano, con la speranza che serva a qualcosa.
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