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Sabelli: «Juve, ti aspettiamo»

(Il Romanista – V.Meta) – Il conto alla rovescia è iniziato, ma per qualcuno la finale di Coppa Italia di giovedì prossimo all’Olimpico si porta dietro qualche significato in più.

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - Il conto alla rovescia è iniziato, ma per qualcuno la finale di Coppa Italia di giovedì prossimo all’Olimpico si porta dietro qualche significato in più.

Quando gli chiedono se la testa sia già alla Juve, a Stefano Sabelli brillano gli occhi solo a sentir pronunciare quella parola: la Juve gli evoca ricordi contrastanti in cui si mescolano gioia, dolore e rabbia e adesso che alla seconda finale stagionale della Roma manca una settimana è normale contare i giorni. D’altra parte nel 2-1 dell’andata a Torino Sabelli era il grande assente, visto che giusto poche ore prima del calcio d’inizio era stato costretto ad arrendersi a una contrattura muscolare rimediata in campionato. «Ma stavolta ci sarò - assicura il terzino a Roma Channel -. Sto molto meglio e all’Olimpico spero di giocare». Anche perché il ricordo della finale del Viareggio è ancora ben vivo. Allo Stadio dei Pini Sabelli c’era, ma per arginare le progressioni di De Silvestro a volte non è bastata tutta la sua personalità. Cliente scomodo l’attaccante bianconero, che pure Stefano conosce bene visto che da due anni sono compagni di nazionale. Dura guardare gli altri festeggiare, forse ancora di più festeggiare senza aver giocato come gli è successo a Torino. «Vincere fa sempre piacere, ma fin qui la nostra resta comunque una stagione ottima. Peccato solo per il Viareggio... ma abbiamo subito l’occasione per riscattarci». (...)

Quattordici presenze in campionato, quattro in Coppa Italia, un gran gol soltanto sfiorato nella goleada contro il Milan in semifinale (sarebbe stato il primo in Primavera) e una giocata d’alta scuola per servire a Politano la palla del momentaneo 2-1 negli ottavi del Viareggio con l’Atalanta. Un rendimento eccezionale per qualcun altro, non per uno come lui, tre volte campione d’Italia e non per caso. L’anno scorso con Montella era arrivato alle soglie della prima squadra raccogliendo due convocazioni consecutive a Donetsk e a Lecce e quasi due mesi di allenamenti con i grandi. Dopo lo scudetto sembrava potesse essere aggregato al ritiro di Riscone, invece la sua stagione è ricominciata con la Primavera, in cui è uno dei leader dentro e fuori dal campo. La sua personalità sarà determinante anche tra una settimana all’Olimpico, di fronte a un pubblico che si annuncia per lo meno pari ai quindicimila di Roma-Fiorentina dello scorso anno, visto che da Trigoria hanno deciso per l’ingresso libero, come accaduto all’andata allo Juventus Stadium.