(Il Romanista - D.Galli)È una prevendita. E per il momento, a giudicare dai ritmi piuttosto blandi, siamo davvero più nella fase "pre" che nella fase "vendita". Per la partita che a detta dello stesso dg Baldissoni potrà far vedere «se la Roma sarà in grado di mantenere questo passo», sono stati acquistati diecimila biglietti. Distinti ospiti compreso. I Distinti Sud sono in via di esaurimento, per la Nord c’è invece l’imbarazzo della scelta e delle tribune nemmeno a parlarne. Ma mancano ancora cinque giorni. Il caroprezzi gioca certamente un ruolo preponderante nell’andamento lento. Al secondo posto si piazza la questione della (vera) discriminazione territoriale. I biglietti possono essere acquistati solo dai residenti di Roma e provincia, a meno di non essere tesserati. Sull’ultimo gradino del podio finisce la decisione, sofferta e questa sì giustificata, di giocare di venerdì sera, giorno feriale, giorno di sacrifici per chi dal lavoro deve correre allo stadio.
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Roma-Napoli, avanti adagio
(Il Romanista – D.Galli) È una prevendita. E per il momento, a giudicare dai ritmi piuttosto blandi, siamo davvero più nella fase “pre” che nella fase “vendita”.
Il costo dei biglietti, innanzitutto. Come si sapeva da mesi, come si ripeterà per gli altri big match, come è consultabile in ogni momento sul sito della Roma, non si scende sotto i 30 euro (la Curva Nord). Voler respirare l’aria della Sud - venduta e ormai esaurita esclusivamente in abbonamento - ha il prezzo: per un Distinti Sud ci vogliono 45 euro. Tevere e Monte Mario sono off limits per molte tasche, bisogna spendere rispettivamente 75 e 95 euro (100 euro la Monte Mario Top). Però c’è l’attenuante generica, donne, under 14 e over 65 pagano 45 euro in Tevere e 60 euro in Monte Mario (70 nella Top).
Poi c’è il problema delle limitazioni per la prevendita. «La partita è stata definita a grado di rischio 3», ha avvertito a Radio Kiss Kiss l’ex arbitro e attuale membro dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, Carlo Longhi. A Trigoria ricordano, non senza un pizzico di fastidio, come non ci sia nulla di diverso rispetto agli ultimi anni. Eppure riesce difficile non giudicare questa, o non continuare a giudicare questa, visto che la faccenda rientra tra le consuetudini, un’autentica discriminazione territoriale, giustificata come sempre da motivi di ordine pubblico che cozzano, anche qui come sempre, con principi assoluti di libertà e di ragionevolezza. L’apoteosi fu raggiunta in un Roma-Napoli del 2009/2010. All’epoca poterono entrare solo gli abbonati e i loro amici paganti - massimo due - a condizione che risiedessero a Roma e provincia. Furono staccati 2.119 biglietti. «Così muore il derby del Sud», titolò "Repubblica" in quei giorni. Era talmente vero che dalla stagione successiva ci si è limitati a vietare la prevendita a tutti coloro che avevano la sfortuna di non vivere all’interno della provincia romana.
Il salvacondotto è la tessera del tifoso. L’As Roma Club Privilege. Se la possedete, no problem: ricevitorie Lis Lottomatica, Roma Store, Centro Servizi As Roma e il Foro Italico Ticket Office vi aspettano a braccia aperte. Le proteste ovviamente non si contano. Un tifoso scrive sulla pagina Facebook del "Romanista": «Io sono residente in Puglia e non ho la tessera del tifoso. Perché non posso andare allo stadio a vedere Roma- Napoli?». In compenso, i napoletani che risiedono a Roma e provincia allo stadio potranno andarci benissimo. In passato non è mai successo nulla, specie in tribuna dove il contatto sarà inevitabile, rassicurano a Trigoria. Corretto, ma la questione è un’altra. Il fatto è che un romanista di Monterosi si sente discriminato rispetto a uno di Campagnano. Accade da quattro anni a questa parte. Separati da 11 chilometri, i due tifosi appartengono alla stessa consolare, ma a due province diverse. Chi non avrà problemi a vedersi la partita dal vivo, se lo vorrà, è Maradona. «Diego», ha spiegato il suo legale Angelo Pisani a Radio Crc, «si troverebbe per la prima volta nello stadio a tifare Napoli. Speriamo davvero che riuscirà a esserci». Come no. Speriamo proprio...
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