rassegna stampa roma

Piedone Manfredini: ?Garcia? Faccio il tifo per lui?

(Il Romanista – M. Izzi) – Andrea Cappelli ? una delle ombre che mi anticipa a Porta Portese (l?altra risponde al nome di Gabriele Pescatore), ogni qual volta sento di vendite particolarmente interessanti legate alla Roma, sul tipo:

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(Il Romanista - M. Izzi) -Andrea Cappelli ? una delle ombre che mi anticipa a Porta Portese (l?altra risponde al nome di Gabriele Pescatore), ogni qual volta sento di vendite particolarmente interessanti legate alla Roma, sul tipo: ?Questa mattina ho venduto 100 ?Roma Mia?, 200 ?Giallorossi? e ?16 Roma Sport??, l?immancabile titolare della bancarella di turno aggiunge il suo nome: ?E? passato Andrea?. E li ha comprati, aggiungo io. Andrea, per?, ? anche un grande amico e un paio di giorni or sono mi fa: ?Massimo guarda che sono stato allo stabilimento Tibidabo, a Ostia. Ho fatto una bella chiacchierata con Pedro Manfredini, fossi in te farei un salto?. L?imbeccata non pu? andare disattesa. All?alba m?imbarco a Piramide e scendo alla fermata Stella Polare. Dopo pochi minuti sono nello stabilimento alla ricerca di Pedro. Suo nipote, tifosissimo della Roma mi dice di aspettare: ?Era qui pochi minuti fa, sar? andato a fare una partitella con i bambini?. Il tempo di bere un caff? e vedo la sagoma inconfondibile del centravanti argentino. La prima cosa che mi ? venuta in mente ? il ricordo di Francesco Campanella, gi? vicedirettore del Romanista, che in ogni discussione sulla Roma, dal calciomercato al gioco di Capello, finiva immancabilmente per parlarne. Per lui era pi? di un mito, Manfredini era uno stato d?animo, un modo di declinare la sua passione di romanista, i suoi ricordi pi? belli. Non ho fissato nessuna intervista, conto in maniera spudorata sulla gentilezza infinita di questo grande campione, perch? ho imparato che i personaggi pi? importanti che ho conosciuto sono stati immancabilmente i pi? generosi. Il calcolo si rivela ancora esatto e inizia cos? un bell?incontro con Pedro.

Sentito del nuovo allenatore?

E certo che ho sentito. Sono sincero, non lo conosco, ma dicono che sia bravo e quindi da romanista, faccio il tifo per lui.

Pedro raccontami come hai iniziato a giocare al calcio.

A Mendoza, per strada, ma in tutta Maip? funzionava cos?. Sono nato da subito come attaccante, perch? quel tipo di predisposizione, di caratteristica, ce l?hai nel sangue. Nelle minori del Maip?, sino alla quarta divisione, avr? fatto 320 gol. Poi, tutte le estati si facevano le tournee del minifootball, in notturna. Partite di ragazzini, ma venivano tutti a vederci, anche perch? non c?era altro svago allora. Famiglie di sessanta persone che si presentavano al completo, era uno spettacolo.

La Roma non ? stata la prima societ? italiana a cercarti vero?

Tre anni prima, mentre facevo il militare sono venuti quelli del Torino. Ma ? stato l?anno in cui ? andato via Peron e allora? Avrei potuto essere congedato, invece c?era burrasca e non se ne fece nulla. Comunque non ebbi la sensazione dell?occasione persa. Lasciare la famiglia in quel periodo era quasi inconcepibile. Bisognava vedere se il padre ti dava il permesso e poi chiedere al nonno. Poi Mendoza era una citt? molto ricca. Sono tutti vigneti, mio padre lavorava nella ?Botega? del Vino, stavamo bene. [...]

Da l? a poco sono arrivati anche dei problemi legati agli infortuni, vero?

Nel 1958 un difensore del Newell?s Old Boys, Jorge Griffa, mi ? franato sulla gamba d?appoggio. Uscii in barella, una cosa brutta, assai inconsueta per quel periodo. Fu un intervento cattivo, inspiegabile. Quando il Newell?s ? tornato a giocare contro il Racing lui non ? venuto perch? i tifosi volevano fargliela pagare. In seguito ci si mise anche Benitez che mi ha fratturato il perone, durante Argentina ? Per?. Comunque riuscii a rimettermi in sesto anche se il primo infortunio mi cost? la convocazione per i mondiali del 1958.

Come sei arrivato alla Roma?

C?era un ingegnere molto amico di Augusto D?Arcangeli, era tifoso del Racing, disse al presidente pi? o meno: ?Qui c?? un ragazzo bravo, sbrigati perch? in molti si stanno interessando a lui?. Le cose si misero a girare ad una velocit? pazzesca. Avevo rimandato il matrimonio perch? ero stato convocato in nazionale, fatta la luna di miele in Uruguay, torno e prendo i giornali, El grafico e tutte le altre testate pi? importanti mostravano la mia foto in copertina: ?Manfredini si ? sposato? ecc ecc. Arrivo a casa, tutto contento e iniziamo a sistemare i mobili quando verso le sei del pomeriggio arriva la telefonata: ?Ti prende la Roma?. Rimasi di stucco, gli dissi che dovevo parlarne con mia moglie. Fu un dramma, perch? significava lasciare la famiglia. Non sapevo come fare, anche per mia moglie, sarebbe dovuta venire da sola in un paese straniero, per accompagnarmi. Alla fine ho portato mia sorella che aveva 14 anni e ho lasciato tutti gli amici ? ? stato difficile.

Prendiamo una pausa ? Quando sei arrivato a Roma avevi 24 anni, Lamela, argentino come te era ancora pi? giovane. Cosa pensi di lui?

Forse a volte eccede nei dribbling, ma ? bravo, come no e poi ? giovanissimo.

Arrivato a Roma dove ti sei stabilito?

La Societ? mi fece affittare un appartamento vicino a Piazza Euclide, in Via Francesco Denza. Abitavano l? Claudio Villa, Rossano Brazzi, Mario Riva, la zona era splendida, m?innamorai subito della citt?.