(Il Romanista - D.Galli) - Zemanlandia, atto secondo. Tredici anni dopo, il Boemo ritrova la Roma.
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Ore 9, ritorna Zemanlandia
(Il Romanista – D.Galli) – Zemanlandia, atto secondo. Tredici anni dopo, il Boemo ritrova la Roma.
La squadra si radunerà stamattina a Trigoria. Un paio di giorni di test atletici, esami clinici, roba così, del genere piccolo trotto, poi giovedì la partenza per Riscone di Brunico. È lì che si comincerà a fare sul serio. Rieccolo il nostro amore. Riecco la Roma. Ore 9, Fulvio Bernardini, la squadra riprende a lavorare. Non ci saranno i nazionali impegnati agli Europei, non ci sarà soprattutto De Rossi, naufrago eroico della Nazionale e sogno erotico di tutt i i g r a n d i c l u b d’Europa. Daniele si godrà le vacanze, la Roma lo riavrà a disposizione a ritiro terminato. Quindi, dopo il 17 luglio. Ma quasi certamente anche dopo la tournée negli Usa. È il minimo sindacale per un giocatore come Daniele, che in azzurro è sceso in campo pure con un problema al nervo sciatico, dando tutto quello che aveva. Stesso discorso per Borini, al quale Prandelli in questo Europeo non ha concesso nemmeno un minuto. Pure lui stesso programma: vacanze, poi la saga di Zemanlandia. Stekelenburg, invece, raggiungerà i compagni in Alto Adige. Trigoria, oggi. Si fa la Roma. La fa Zeman. Ieri, al termine di una riunione di due ore con Sabatini, ha stilato la lista dei trenta che partiranno per Riscone. Una quindicina di giocatori resteranno al Bernardini. È la dura legge del ritiro.
I baby, o gli ex tali come Okaka e Greco, rimarranno a Roma per ragioni di mercato. Figli prediletti del vivaio romanista come Piscitella, Viviani e Stoian sono coinvolti in più di una trattativa. Non avrebbe senso spedirli in Alto Adige per poi richiamarli. L’elenco non è del tutto ufficiale. Nel senso che qualche elemento potrebbe essere ceduto nelle prossime 48 ore. Solo il totale resterà invariato: 30 giocatori. A Riscone andrà pure Simplicio, tagliato fuori l’anno scorso salvo poi essere utilizzato 19 volte in campionato da Luis Enrique. I big sono salvi, dunque. Tra loro, uno solo non è mai stato in discussione. La Roma la fa Zeman sul campo. Ma fuori la fa Sabatini. La sta costruendo proprio come voleva. Come voleva lui e come voleva Zeman, al quale è stato chiesto il via libera per tutte le trattative che erano già state avviate. Il ds si è assicurato Dodò, un terzino sinistro che un paio d’anni fa era nel mirino del Manchester United e dopo il ritorno della finale di Coppa Libertadores tra Corinthians e Boca alle 2.50 di giovedì in Italia, prenderà anche il difensore centrale Castan (si dice, per 5 milioni di euro). E poi, in join venturecon Baldini che è volato apposta in Brasile, ha riscattato Marquinho (3 milioni 500 mila euro) e Borini (5 milioni 300 mila euro). Complessivamente, quindi al netto delle operazioni di piccolo cabotaggio (opzioni, contropzioni, comproprietà), e considerati i 5 milioni per Castan, la Roma ha già speso oltre 14 milioni di euro, circa 27 miliardi di vecchie lire. Mica male per una proprietà che continua a essere tratteggiata come una manica di poveracci. Comunque, il mercato giallorosso non finisce qui. A breve dovrebbero essere ufficializzati un altro paio di centrocampisti, Bradley e Tachtsidis sono i nomi noti. L’obiettivo è di assicurare al Maestro una rosa competitiva in ogni reparto. Dopo ci penserà lui a farla esprimere al meglio a forza di gradoni, salti, sudore e attributi. Quelli che di certo a Zeman non mancano
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