(Il Romanista - D.Galli) - «Ho vinto lo scudetto il giorno del compleanno. Sono un uomo felice». L’uomo è Marco Sansovini.
rassegna stampa roma
«Vi spiego la Virtus di Zeman»
(Il Romanista – D.Galli) – «Ho vinto lo scudetto il giorno del compleanno. Sono un uomo felice». L’uomo è Marco Sansovini.
Ha 32 anni, o meglio li compirà il 17 giugno, è capitano del Pescara, è in Serie A ed è pure romano, romanista e soprattutto - «lo sottolinei, per favore» - virtussino. «Da ragazzo mi dividevo tra l’Olimpico e il Palaeur, tra la Roma e la Virtus, tra la Sud e i Warriors». La sua è Zemanlandia lo stesso, ma in salsa pescarese. «Tutta balzi, corsa, scatti, resistenza. Ma il mister va seguito, solo così se ne vedono i frutti», racconta Sansovini in esclusiva a Il Romanista. Sedici gol, ma non nel suo ruolo naturale, quello di centravanti. «Zeman mi ha reinventato esterno offensivo. Non pensavo che ce l’avrei fatta. Poi ho capito che il mister va seguito, bisogna fare quello che dice. È così che sono arrivati i frutti, è così che arriveranno pure alla Roma. Ne sono certo. E me lo auguro».
Con Zeman discutevate della Roma?Durante la stagione, no. Ma quando l’ho salutato, dopo la conferenza stampa, gli ho fatto l’in bocca al lupo e gli ho detto: "Mister, già che va alla Roma, veda di vincere lo scudetto".
E lui? (Sansovini imita in maniera stupefacente la parlata di Zeman, ndr) "Ti piacerebbe, eh?". "E certo che mi piacerebbe, mì...", gli ho risposto io.
Lei è romanista. Romanista e virtussino. Ma più virtussino che romanista. E non poco, molto.
Quindi frequentava il Palalottomatica, l’ex casa della Virtus. Ma sta scherzando? Certo. Da ragazzo mi dividevo tra Olimpico e Palaeur. C’erano delle domeniche dove passavo da uno all’altro. D’altronde, col motorino a Roma puoi andare dappertutto.
In che settore andava all’Olimpico?In Curva. Curva Sud. Con gli amici. Ai tempi delle giovanili con la Roma, ho fatto anche il raccattapalle. Mi piaceva stare a bordo campo. Ho continuato ad andare finché il calcio me lo ha permesso.
Ed è proprio allora che ha conosciuto Zeman. Stagione 97/98, poi quella successiva. Lei era in Primavera, lui allenava la Roma.Sì, come no. D’accordo con Franco Sensi, fu lui a febbraio del ’99 a mandarmi in prestito al Foggia. Come sono gli allenamenti di Zeman? Eh, sono duri. Molto duri. Però danno i loro frutti. Applica metodologie di lavoro diverse rispetto a quelle alle quali ero abituato. Non abbiamo mai fatto palestra, che nel calcio è una cosa un po’ inusuale. Però non abbiamo mai avuto infortuni, stavamo sempre bene fisicamente.
Il Pescara ha preso quasi il doppio dei gol del Torino secondo, ma ha fatto pure il doppio dei gol... (Sansovini interrompe) La nostra differenza reti è migliore.
Ecco, il punto è questo. I romanisti stravedono per Zeman, però c’è chi teme che quella al Pescara sia stata una stagione irripetibile.Ci vuole applicazione da parte dei giocatori. Il mister va seguito al cento per cento. È giusto fare dei sacrifici. Un atleta deve farli per raggiungere degli obiettivi importanti. Con i sacrifici, con l’applicazione e con la qualità che hanno i giocatori della Roma, si può puntare ai massimi traguardi. In fondo, il mister è fatto per i grandi picchi: o bene bene, o male male. Non riesco a immaginare però un male male. Mi auguro, e immagino, un bene bene. Se non sarà scudetto, sarà lotta per la Champions. E comunque sono sicuro che la Roma farà un gran campionato.
Come lei, anche Totti ha fatto per anni la punta centrale. Con Luis Enrique è tornato trequartista. Dove crede che lo metterà, Zeman? Gli farà fare quello che vuole. Partirà da una zona dell’attacco, certamente, ma non gli darà dei compiti specifici. Totti può fare qualsiasi cosa anche ora che sta andando avanti con l’età. Totti è Totti. È indiscutibile. E anche il mister lo sa, è uno dei suoi pupilli.
Ne parlavate al Pescara?Sì. Ci diceva che era l’unico giocatore al quale non stava addosso a livello tattico, a cui lasciava completa libertà.
Immobile e Insigne sono stati accostati alla Roma.Per Lorenzo (Insigne, ndr) sarei particolarmente contento. È uno dei giocatori più bravi in Italia ed è pronto per i grandi palcoscenici. È sfrontato. Ha fame e voglia. E non ha paura di mettersi in mostra. Un altro potenziale fuoriclasse è Marco Verratti. Mediano alla Roma ce lo vedo benissimo. Per lui, lo spero. Certo, per il Pescara spero invece che resti, perché dobbiamo affrontare un campionato di Serie A difficilissimo.
Per la prima volta, affronterà la sua Roma da avversario.Sarà una bella emozione. Senza dubbio. Poi le racconterò che cosa ho provato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA