(Il Romanista-C.Zucchelli) La prima partita nel campionato italiano l’ha giocata proprio contro la Fiorentina. Stasera, in quello che può essere definito il suo nuovo inizio con la Roma, se la ritroverà di fronte.
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Kjaer: «Spero che tocchi a me»
(Il Romanista-C.Zucchelli) La prima partita nel campionato italiano l’ha giocata proprio contro la Fiorentina. Stasera, in quello che può essere definito il suo nuovo inizio con la Roma, se la ritroverà di fronte.
Allenata da quello che, finora, è stato l’allenatore più importante della sua carriera.
Per Simon Kjaer quella di stasera non sarà una partita come tutte le altre. Primo perché torna dopo un lungo infortunio e secondo perché ritroverà quel Delio Rossi con cui ha vissuto la sua migliore stagione - 2009/2010 - a Palermo. E che di lui quest’estate, quando il suo arrivo alla Roma era solo una possibilità, ne parlava in questo modo: «Per quanto riguarda i pregi, è molto forte nell’uno contro uno, è molto bravo di testa, anche se è alto è molto veloce e poi possiede una buona tecnica soprattutto con il destro. Per quanto riguarda i difetti, io posso parlarne con riferimento al periodo in cui l’ho allenato io, ovvero due anni fa: diciamo che essendo molto forte fisicamente, a volte si beava della sua forza fisica e non curava il dettaglio, doveva migliorare la tecnica, ma comunque resta il difensore più forte che io abbia mai allenato». (...) Per spiegare invece quello con la Roma non si può non partire dalla notte del derby: Kjaer gioca titolare, nel primo tempo non va neanche troppo male, ma all’inizio del secondo è il protagonista dell’episodio che cambia la partita: Brocchi lo supera in velocità, il danese lo tocca appena ma tanto basta per farlo cadere. Rigore, espulsione e poi... La storia è nota.
Meno noto è il malessere che Kjaer, 23 anni da compiere a marzo, si è portato dietro per parecchi giorni dopo la partita. Appena tornato a Trigoria sia i compagni (soprattutto Rosi, con cui ha stretto un bel legame) sia l’allenator lo hanno rincuorato e lo stesso ha fatto il ds Sabatini, che ben lo conosce dai tempi di Palermo. Lui ha capito, si è rimesso sotto ma il campo, fino al 20 novembre, notte di Roma- Lecce, non lo ha più visto. Sembrava l’inizio di un’avventura da titolare, visto l’infortunio di Burdisso, ma poi a Udine, (...), a dieci minuti dal termine lo scatto (inutile) per rincorrere Di Natale ed evitare il gol, l’infortunio muscolare e il lungo stop.
Oggi finalmente torna a disposizione. E su Twitter, con poche ma sincere parole, è stato proprio lui a commentare nel modo migliore la sua attesa: «Domani (oggi, ndr) la partita con la Fiorentina. Spero che tocchi a me». La speranza è quasi una certezza visto anche quello che ha detto Luis Enrique in conferenza stampa: «Simon si sta allenando in modo incredibile »
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