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Dopo la vergogna lo scandalo: solo 10.000 euro alla Juventus

(Il Romanista – D.Galli) Per lo striscione degli juventini al derby – “Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto” – ieri il giudice della Lega Gianpaolo Tosel ha multato i bianconeri di 10 mila euro.

Redazione

(Il Romanista - D.Galli) Per lo striscione degli juventini al derby - "Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto" - ieri il giudice della Lega Gianpaolo Tosel ha multato i bianconeri di 10 mila euro. Qualcuno su Facebook si è divertito (si fa per dire, chiaramente) a fare i conti. «Sono 322,58 euro per ogni morto insultato». C’è poco da scandalizzarsi, purtroppo. Anche il giudice della Lega ha dovuto fare i conti con qualcosa: con un paio di attenuanti. Senza le quali, avrebbe potuto affibbiare alla Juve al massimo un’ammenda di 50 mila euro. La colpa è da una parte di un codice di giustizia sportiva che punisce le società con la responsabilità oggettiva, ma con sanzioni ridicole per un club di Serie A. E dall’altra di un sistema che dal 2007 prevede un preciso iter autorizzatorio per far entrare gli striscioni. Un iter che viene tranquillamente bypassato, perché a Torino uno steward della Juve è finito all’ospedale nel tentativo di controllare gli accessi.

Nel provvedimento, Tosel spiega così la multa: «I suoi sostenitori (della Juve, ndr) hanno esposto per una decina di minuti, dal 20’ del primo tempo e fino alla rimozione da parte degli stewards su disposizione della società ospitante, uno striscione di una ventina di metri, insultante per i tifosi avversari e per la memoria di ogni sportivo». I diecimila euro di multa sarebbero potuti essere di più, ma non molti di più, se la Juve non avesse contribuito a rimuovere lo striscione. Prosegue infatti Tosel: «Entità della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere a) e b) e comma 2 CGS, per avere la società concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza». Addirittura, la Juve avrebbe potuto persino salvarsi.

Non è successo perché Tosel non ha applicato la lettera "c" dell’art. 13, che prevede l’impunità qualora «al momento del fatto la società abbia immediatamente agito per rimuovere disegni, scritte, simboli, emblemi o simili». Immediatamente. Invece, sabato sono trascorsi una decina di minuti prima che lo striscione fosse fatto sparire. Il discorso si sposta su un piano più elevato. Primo. Cosa sono per la Juve 10 mila euro? Un’inezia. È evidente che il codice va riformato.

Secondo. La determinazione nr. 14/2007 dell’Osservatorio, datata 8 marzo 2007, prevede per l’esposizione di striscioni che almeno 7 giorni prima della gara vada fatta «apposita istanza, anche mediante fax o e-mail, alla società che organizza l’incontro, indicando le proprie generalità complete». Il giorno di Roma-Milan apparve allo stadio uno striscione ironico: "A noi ce s’è rotto er fax". Era il 31 marzo. Quella determinazione era durata appena 23 giorni.