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Ciocchetti: «Il Pallone d’Oro sarebbe il minimo»

(Il Romanista – S. Romita) – «Avete avuto una grande iniziativa voi del Romanista e, indipendentemente da come finirà, io l’appoggio in pieno».

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(Il Romanista - S. Romita) - «Avete avuto una grande iniziativa voi del Romanista e, indipendentemente da come finirà, io l’appoggio in pieno».Luciano Ciocchetti, ex vicepresidente della Regione Lazio con la giunta Polverini, anni di politica e di tifo romanista sulle spalle, è indignato quanto noi e più di noi. «Ho sempre diffidato delle regole che muovevano la definizione del Pallone d’Oro perché mi sembrava omaggiassero più i risultati della squadra da cui il giocatore premiato proveniva che il calciatore. C’è chi scopre oggi Totti quando ha 37 anni e chi come noi lo vede e lo conosce calcisticamente da quando ne aveva 17. Totti è unico e se non mi sento di dire che è il giocatore più forte del mondo, posso dire però che è quello che mi ha stupito di più per classe e continuità».

Seduto nel suo bell’ufficio dietro piazza Cavour, Ciocchetti guarda alla sua sinistra dove la maglia regalatagli dal Capitano, con bella dedica, spicca incorniciata sul muro bianco. «Cosa trovo di straordinario e irripetibile in lui? Tutto. Ma soprattutto l’ aver per primo e definitivamente cambiato il ruolo del numero 10. Tra i “registi” che abbiamo visto in campo prima di lui e lui c’è stato, e ancora c’è, un abisso. Fatto di fisico, forza, capacità di tiro e di lancio millimetrico, intuizione, estro, rapidità di decisione e azione. Qualità che tutte insieme ho visto solo in Pelè. Che la Fifa e France Football si rassegnino, capiscano e capitolino. E’ giunto il momento di dargli il Pallone d’Oro. Punto e basta!». Per il resto - e cioè il possibile futuro cammino giallorosso - Ciocchetti è scaramantico e non si vuole sbilanciare: «Viviamo un sogno che spero continui anche questa settimana e tuttavia credo sia giusto mantenere come sta facendo Garcia e tutta la Società, i piedi fermamente fissi al terreno, giocando una partita dopo l’altra senza farci abbattere né esaltare. I grandi risultati tecnici di ristrutturazione della squadra si devono alla Roma e al suo nuovo allenatore indubbiamente e spero tanto si vedano anche contro Il Napoli. Quando penso ai napoletani penso sempre che volevo vincere lo scudetto contro di loro e invece avevo dovuto attendere il Parma con il cuore in gola. Spero naturalmente che i nostri tifosi, come i loro, capiscano che tipo di campionato le due squadre stanno giocando e giocheranno quest’anno e che la consapevolezza della stagione che stanno vivendo li porti entrambi ad atteggiamenti moderati e civili».

L’auspicio non è il solito e banale invito da partita “calda”. Tutto in Ciocchetti parla di calma, moderazione e serietà. Il suo percorso politico nella Democrazia Cristiana prima e nell’Udc di Casini poi. Il suo lungo e faticoso lavoro sul territorio nel contatto continuo con i singoli elettori come se esistessero sempre le preferenze, lo studio concreto dei vantaggi da apportare alla società se chiamato ad occuparsi di urbanistica piuttosto che di altro argomento. E, chiusa l’esperienza con l’ex presidente della Camera ha trascinato con caparbietà e coraggio i suoi amici di centro e i suoi fedelissimi (circa 300 amministratori locali) nella nuova avventura di “Idee più Popolari” di cui è diventato il leader politico. Il progetto, aderendo ad “Officina per l’Italia” movimento della Meloni e di Fratelli d’Italia, ha infatti la stessa ambizione: preparare una sempre più grande formazione di centro destra democratico e forte, in grado di non farsi trovare impreparato quando, prima o poi, ci sarà da fare i conti con il dopo Berlusconi.

Ciocchetti e i suoi amici insomma, già a partire da fine mese, sabato 26 e domenica 27 in quel di Farfa (in Sabina) aggiungeranno tasselli a quello che dovrà diventare a livello nazionale il vero manifesto programmatico su cui nel 2014 poggiare la nascita di un nuovo partito, aperto a tutti, che si batta contro la sinistra. Su una nuova visione della politica economica anche in Europa, ma senza uscire dall’euro necessariamente, su una nuova assicurazione del rispetto delle regole, sulla vera semplificazione dei passaggi che generino in chi opera nelle realtà produttive, sicurezza di tempi e certezza aritmetica delle fasi richieste. «Già un solo articolo oggi in questa benedetta legge di Stabilità del Governo in discussione che assegnasse ad un unico sportello amministrativo tutte le attività produttive - sintetizza Ciocchetti - ci farebbe fare un salto in avanti donandoci energia vitale. Perché senza produzione e sviluppo noi moriremo e se in Europa non lo capiscono bisogna farglielo capire. Tempi certi, norme chiare, unico sportello. Io ci credo, così come credo che star lì a guardarsi l’ombelico algebrico del mitico 3% nel rapporto tra Pil e Deficit sia una fesseria. Se potessimo contare sul 4% cambierebbe qualche cosa in negativo? No non cambierebbe nulla ma porterebbe risorse negli investimenti che noi ora neanche siamo in grado di immaginare. E di sperare». E’ combattivo Ciocchetti non c’è che dire.

Dopo la passata stagione politica ha assunto anche un piglio e una grinta nuova. La nuova responsabilità di una formazione politica sulle spalle gli sta facendo bene. E la costruzione di un centro destra serio si sta facendo largo lentamente. «Anche io - conclude sorridendo l’incontro con Il Romanistavoglio rimettere la Chiesa al centro del Paese, come ha detto favorendo una bella immagine Rudi Garcia parlando della Roma. La Chiesa per me è proprio questo nuovo grande centro destra che fino ad oggi nessuno ha voluto o saputo costruire seriamente su basi democratiche e partitiche. Né Berlusconi, né tantomeno Casini. I personalismi e i leaderismi però sono alla fine, anche se né Renzi con la sua sinistra né Grillo lo hanno ancora capito».