(Il Romanista - M.Macedonio)- Non poteva certo passare inosservato, per Paolo Cento, esponente di Sel e presidente del Roma club Montecitorio, il murales imbrattato due giorni fa nel rione Monti. Parliamo di quello storico, raffigurante Francesco Totti nell’anno dello scudetto, e che qualche stupido vandalo ha pensato di poter oltraggiare con uno spray, cancellandone alcune parti, dalla testa alla fascia da capitano. «Andare a deturpare quel murales – dice Cento – è stata un’azione pessima, non solo perché tocca la passione, ma anche perché offende un’arte legata a sua volta alla passione. [...]».
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Cento: «Sì, coloriamo i luoghi grigi della città con quest’arte passionale»
(Il Romanista – M.Macedonio) – Non poteva certo passare inosservato, per Paolo Cento, esponente di Sel e presidente del Roma club Montecitorio,
Che ne pensi dell’iniziativa di promuovere spazi da dedicare appunto a quelli che sono moderni affreschi popolari?
«Fatta ovviamente eccezione per le aree sottoposte a tutela, sia essa di tipo archeologico o architettonico, credo che sia ottima l’idea lanciata dal Romanista, e che sposo in pieno, di far sì che possano essere individuati, nella città, degli spazi da destinare a questo scopo, consentendo anche a tanta creatività, perché ce n’è, diffusa sul territorio, di potersi esprimere attraverso questa forma d’arte, torno a dire, passionale».
Imbrattare un murales sta anche ad indicare che forse, sul piano culturale, non ci si è impegnati abbastanza fino ad oggi per impedirlo. A cominciare dalle istituzioni cittadine.
«Ammetto che il Comune, negli ultimi due anni, qualcosa ha fatto in questa direzione. E se è vero che in tante occasioni e su altri versanti lo abbiamo spesso criticato, almeno su questo va dato atto all’amministrazione comunale di aver promosso una sperimentazione, dedicando spazi e investendo anche alcune risorse. Sarebbe utile e bello inviare questa proposta anche a tutti i Municipi[...]».
Dove immagini che possano essere collocati all’interno della città?
«Sono convinto che, come dicevo, salvaguardati i monumenti e naturalmente le abitazioni private, si possano trovare a Roma diversi spazi utili da destinare a tali realizzazioni. Penso ai tanti muri lungo le tangenziali, o ai ponti e ai cavalcavia, tutti luoghi che potrebbero diventare molto più belli se potessero fare da sfondo a tanti nuovi murales. Abbandonando finalmente il grigio e riempiendosi di colori. Il giallo e il rosso per primi»
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