Il record negativo di tifosi al derby - si spera di arrivare a 30mila, ma l’impresa sembra ardua - ha nascosto in questi giorni un problema strettamente calcistico: la Roma in parte e la Lazio in toto hanno giocato un campionato deludente, scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera". I giallorossi, ad esempio, erano partiti per conquistare lo scudetto e alla seconda giornata, con la vittoria all’Olimpico contro la Juventus, sembrava un obiettivo assolutamente alla portata.
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Un derby con poco cuore
Controlli, posti cari da cui la partita si vede male, parcheggi inesistenti, le barriere in curva. Però manca un tassello importante a questo puzzle: l’incapacità dei due club di programmare e la totale mancanza di empatia con i propri tifosi
Il derby di oggi vede la Roma terza e la Lazio ottava, con una differenza in classifica di 18 punti tra le due squadre. Ma la Roma è uscita presto dalla «vera» lotta per lo scudetto, ha cambiato allenatore a metà strada, ha raccolto 77 milioni di euro dalla Champions League ma l’ha chiusa con un bilancio sportivo deprimente (una sola vittoria, 3 pareggi e 4 sconfitte, 11 gol segnati e 20 subiti), è stata eliminata in Coppa Italia perdendo in casa contro una squadra di serie B (Spezia) e ha trasformato in un film dell’orrore la fine della più bella storia di fedeltà e amore calcistico, quella di Francesco Totti con la maglia giallorossa.
È vero: andare allo stadio è diventato una faticaccia. Controlli, posti cari da cui la partita si vede male, parcheggi inesistenti, le barriere in curva. Però manca un tassello importante a questo puzzle: l’incapacità dei due club di programmare e la totale mancanza di empatia con i propri tifosi. Il derby ha soltanto amplificato un sentimento diffuso: queste due squadre non hanno acceso la scintilla.
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