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Totti e il nuovo modulo fanno volare la Roma

(Corriere della Sera  –  L. Valdiserri) – Se la Juventus non ha già vinto il terzo scudetto consecutivo, prima ancora che finisca il 2013, il merito è tutto della Roma. E di Rudi Garcia.

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(Corriere della Sera  -  L. Valdiserri) - Se la Juventus non ha già vinto il terzo scudetto consecutivo, prima ancora che finisca il 2013, il merito è tutto della Roma. E di Rudi Garcia. Non è un’impresa battere il Catania, ultimo in classifica, già rassegnato alla retrocessione, alla nona sconfitta in nove trasferte in questo campionato, ma è importante analizzare come è arrivata. La Roma era senza De Rossi e Strootman, squalificati. In pratica c’era da inventare il centrocampo, visto che il solo Bradley, tra le riserve del reparto, era stato usato in precedenza con una certa continuità. Anziché cambiare ruolo per ruolo, Garcia ha cambiato modulo: dal 4-3-3 al 4-2- 3-1.

Sorprendente e, con il senno di poi, geniale è stata l’idea di far giocare quattro attaccanti (Destro, Gervinho, Totti e Ljajic), abbassando Pjanic in mediana insieme a Bradley. Il tecnico francese, in un colpo solo, ha dato alla sua squadra segnali tattici e psicologici: 1) ha scelto la qualità, venendone ripagato con 4 gol e una serie di altre occasioni; 2) ha responsabilizzato tutti gli attaccanti, chiedendo loro di fare anche la fase difensiva ed è stato accontentato; 3) ha gestito tutti i diffidati (Maicon, Ljajic, Pjanic e Florenzi) mandando in panchina soltanto l’ultimo e facendolo comunque entrare nel finale: non sono bambini, ma uomini. Certo, il Catania non è la Juventus, ma ogni partita ha una storia a sé. Ieri serviva una dimostrazione di coraggio e di personalità.

A Torino, quando rientreranno De Rossi e Strootman, la Roma tornerà al 4-3-3 e, magari, uno dei tre attaccanti sarà proprio Florenzi. L’importante, come predica Garcia, è saper giocare in più modi diversi e non fossilizzarsi su ruoli troppo fissi. In questo senso, proprio come la Juventus, la Roma è una squadra che cerca un calcio che abbia un orizzonte europeo. In questo senso è stato importante il recupero di Destro, al terzo gol in tre presenze, centravanti moderno per l’aiuto che sa dare a tutta la squadra e fondamentale il ritorno dal primo minuto di Francesco Totti. Con il suo capitano tra i titolari, la Roma in questa stagione ha soltanto vinto. Nella giornata in cui Gervinho aveva i piedi storti — ha colpito un palo a porta vuota e ha segnato un gol sbagliando completamente il tiro — c’è stato un grande contributo di Ljajic (due assist e gioco a tutto campo).

A testimoniare il gioco «totale» diGarcia, più di tutti, è però Mehdi Benatia. Non solo è la colonna della difesa, ma ha anche segnato 4 gol (suo record personale) in campionato. Nell’Udinese ha sempre giocato nella difesa a 3, ma Garcia lo conosceva fin dai tempi della serie B francese: «Ha sempre giocato a 4, non sarà un problema », disse nel precampionato. Mai frase fu più azzeccata. Il Catania, che sembra aver perso anche la sua tradizionale aggressività, non ha creato nemmeno un’occasione da gol. Il massimo che ha prodotto è stato un tiro svirgolato da Leto, in un’area di rigore piena di difensori giallorossi. L’argentino è stato il meno peggio, insieme al portiere Frison fino alla «papera » del 2-0, ma poi De Canio ha pensato bene di sostituirlo con Bergessio. Con le cessioni di Gomez, Lodi e Marchese è stata pianificata la retrocessione. Barrientos gioca al contrario, come se volesse anche lui essere venduto al più presto. Per salvarsi serve un miracolo e la Roma, in questo senso, non ha certo partecipato