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Squadra in ritardo e divisa: la Roma rende nervoso Garcia

Il tecnico francese non è contento della piega che sta prendendo l’inizio di stagione romanista che, paradossalmente, nasconde più insidie rispetto a quella passata.

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«Abbiamo una settimana di tempo per preparare la gara contro la Fiorentina, ce la faremo bastare». La considerazione di Rudi Garcia, al termine della gara contro l’Aek di Atene, rende l’idea del suo stato d’animo a pochi giorni dall’avvio del campionato. Il tecnico francese non è contento della piega che sta prendendo l’inizio di stagione romanista che, paradossalmente, nasconde più insidie rispetto a quella passata: lì si doveva ricostruire dalle macerie e c’era una contestazione che ha cementato il gruppo, voglioso di cancellare l’onta del 26 maggio. Oggi le aspettative sono cambiate: bisogna migliorare il secondo posto, e l’unico modo per farlo è vincere lo scudetto. Non basterà un nuovo piazzamento o fare bella figura in Champions per soddisfare la fame di vittoria dei tifosi, che infatti il giorno della presentazione con il Fenerbahce lo hanno sottolineato a chiare lettere. I malumori di Garcia però non derivano dalla necessità di migliorarsi, una sfida che ha lanciato lui stesso senza nascondersi. Ma dall’incertezza che ruota intorno alla sua squadra, che finora non ha mai dato la sensazione di essere un blocco compatto come in passato: né in campo, dove l’inserimento dei tanti volti nuovi procede a rilento, né fuori, dove le rivendicazioni personali di alcuni giocatori che nella scorsa stagione sono stati fondamentali (Gervinho, Maicon e naturalmente Benatia) sembrano aver guastato l’atmosfera. 

Alla società, poi, aveva chiesto di avere a disposizione per tempo la rosa (più o meno) definitiva: operazione che sembrava riuscita dopo l’arrivo di Iturbe, capolavoro di strategia del d.s. Sabatini che aveva avuto il doppio merito di rinforzare la squadra e di dare un colpo micidiale al rapporto Conte-Juventus. Un vantaggio non sfruttato: il caso-Benatia non è stato gestito nel migliore dei modi; l’eventuale cessione di Destro, e l’arrivo del suo sostituto, rimescolerebbero le carte in un reparto in cui le gerarchie sembravano ormai acquisite. 

In mezzo a tutte queste incertezze, da sabato sera si comincerà a fare sul serio: all’Olimpico arriva la Fiorentina di Montella, un esordio complicato dalle tante assenze che Garcia dovrà fronteggiare. Rispetto alla formazione tipo di 12 mesi fa mancheranno Benatia, Castan, Maicon, Balzaretti e Strootman (il cui rientro slitterà di qualche settimana rispetto alle previsioni), in pratica mezza squadra. La difesa, reparto che era un punto di forza e che in questo precampionato ha accusato parecchi passaggi a vuoto, sarà totalmente nuova con l’arretramento di De Rossi al fianco di Astori, con Torosidis a destra e uno tra Cole ed Emanuelson (entrambi non ancora integrati nei meccanismi della squadra) a sinistra. 

In attesa della fine del mercato e che tutto torni alla normalità, Garcia potrà aggrapparsi a Francesco Totti: prima di lui lo hanno fatto tutti gli allenatori della Roma, da 23 anni a questa parte.