Proprietà nuova, manager "vecchi". Il passaggio della Roma da James Pallotta a Dan Friedkin, che sarà ufficiale nelle prossime ore, inizialmente non comporterà degli stravolgimenti nel management giallorosso. L’unico nuovo ingresso che pare certo è quello di Ryan Friedkin, figlio di Dan e, sembra, vero motore dell’operazione, capace di far superare al padre i dubbi espressi all’inizio di una trattativa di cui non sembrava pienamente convinto.
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Roma, ecco come cambia: Friedkin junior al vertice e tante conferme (per ora)
Ryan, figlio di Dan, almomento è l’unico nuovo ingresso certo. Ok Fienga, Petrachi e De Sanctis, via Baldini. Ipotesi De Rossi
Ryan è stato a Roma il mese scorso e ha seguito con il papà in prima persona tutto l’iter del passaggio: avrà un ruolo importante, ovviamente, ma non ancora definito, scrive Piacentini su Il Corriere della Sera. Per il resto, la struttura rimarrà sostanzialmente la stessa, con Guido Fienga che sarà confermato nel ruolo di Ceo. Gli è stata riconosciuta la bontà del lavoro svolto in questi mesi, in cui si è trovato a dover gestire non solo problematiche finanziarie, ma anche questioni che hanno interessato i sentimenti di una tifoseria che ha visto sparire, a pochi giorni di distanza uno dall’altro, due bandiere come Francesco Totti e Daniele De Rossi. E se il primo è ormai lanciato nella sua nuova carriera da agente sportivo, il ritorno del secondo potrebbe essere un ottimo biglietto da visita per la nuova proprietà. Tentativi, in questo senso, sono già stati fatti: a Daniele è stata offerta (di nuovo) la panchina della squadra Primavera del papà Alberto, che diventerebbe il responsabile delle fasce alte del settore giovanile (Primavera, Under 18 e 17), con Bruno Conti confermato nelle fasce inferiori fino alla scuola calcio.
È già praticamente out, invece, Franco Baldini. Come lui l’attuale vice presidente Mauro Baldissoni, che svolse un ruolo fondamentale nel 2011 nel passaggio da Unicredit alla cordata americana: da qualche mese è titolare unico del progetto dello stadio, un ridimensionamento che è un preludio all’addio che si consumerà nel momento in cui sarà messa una parola definitiva sulla questione Tor di Valle
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