(Corriere della Sera - L.Valdiserri) Mehdi Benatia è più l’erede di Walter Samuel, per la formidabile presenza fisica e mentale nella difesa meno battuta d’Europa (7 gol contro gli 8 subiti dal Lilla, che ha però giocato due partite in più), o è il Gabriel Batistuta che mai avresti pensato di acquistare ma che è capocannoniere della squadra con 4 gol e li festeggia facendo la «mitraglia » proprio come faceva Batigol?
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Roma: pazzi per Benatia, mezzo Muro, mezzo Batigol
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Mehdi Benatia è più l’erede di Walter Samuel, per la formidabile presenza fisica e mentale nella difesa meno battuta d’Europa (7 gol contro gli 8 subiti dal Lilla, che ha però giocato due...
I tifosi della Roma con qualche anno in più sulle spalle possono farsi la domanda paragonando questa squadra con quella di Fabio Capello. Ma Benatia piace a tutti, senza distinzione di età. Piace ai tifosi, che lo hanno eletto beniamino. Piace a Rudi Garcia, che lo conosceva fin dai tempi della serie B francese (premio di miglior giovane) e che in estate aveva rimandato al mittente i dubbi sull’adattabilità nella difesa a 4 dopo gli anni passati all’Udinese che difendeva a tre: «Nessun problema, sa fare tutto».
Piace ai compagni di squadra che sanno di potersi fidare di lui sia in difesa che in attacco. Oltre al rendimento, Mehdi ha colpito tutti per la sua grandissima personalità e ieri, su Twitter, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di chi, come ad esempio un giornalista di calciomercato, aveva giudicato troppo costoso il suo acquisto (13,5 milioni di euro all’Udinese, che ha contestualmente comprato dalla Roma le comprprietà di Valerio verre e Nico Lopez per 2,5 e 1 milione di euro): «È facile parlare in estate, ma nel calcio conta solo il campo. Io non dirò mai di essere il migliore perché nel calcio non si finisce mai di imparare. Ma quello che mi dà fastidio è la gente che parla senza sapere nulla di me. Vado avanti per la mia strada, ma è arrivato il momento di mettere i puntini sulle “i”. Forza Roma!».
Chiaro e diretto, come il suo gioco. Il coraggio non gli manca e dentro la Roma lo sanno tutti. È stato tra i primi a pronunciare senza paura la parola scudetto e non si è fatto problemi a ricordare che in passato, quando vestiva la maglia dell’Udinese, ha avuto diversi scontro con Francesco Totti «perché finiva spesso per terra e parlava sempre per condizionare l’arbitro. Ma adesso che l’ho conosciuto di persona ho capito che grande uomo sia in campo e fuori». Tanto da salutarlo così in un filmato di Roma Channel, prendendosi in giro da solo: «Sono il tuo tappetaro, capitano. Ti volevo fare gli auguri per il tuo compleanno». Bravo, simpatico, romanista fino al midollo e pagato a buon mercato.
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