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Paulo Sergio: “Roma, troppe rivoluzioni. Certo che Totti prima o poi tornerà”

Le parole dell'ex giallorosso: "Fonseca? Ha poche individualità, per lui non è facile e i giallorossi hanno avuto troppi infortuni"

Redazione

"I tifosi della Roma mi amano per tutte le volte che ho ballato sotto la curva dopo un gol". Paulo Sergio Silvestre do Nascimento, per tutti solo Paulo Sergio, alla Roma è stato solo due stagioni (’97-98 e ’98-99), non ha vinto niente, ma è rimasto lo stesso nel cuore dei romanisti. Ecco la sua intervista a Il Corriere della Sera.

Si è spiegato i motivi?

Credo che sia perché li ho fatti sorridere, con gol belli e importanti come quelli alla Juventus e al Milan: erano orgogliosi. Tutte le volte che pubblico su Instagram un gol con la maglia giallorossa, ricevo centinaia di commenti. Mi fa molto piacere perché Roma è nel mio cuore.

Ieri è stato l’anniversario del derby vinto 3-1 contro la Lazio nel 1999: la Roma non lo vinceva da cinque anni, e l’anno prima avevate rimediato 4 sconfitte su 4.

Ci riscattammo. In realtà era assurdo che non fossimo riusciti a vincere prima. Fu la mia partita più importante con la Roma: quando sono arrivato tutti mi parlavano di questa sfida.

Fece scalpore l’esultanza di Totti, con la maglia "Vi ho purgato ancora".

È stato bello, perché ha fatto divertire i nostri tifosi. Prima cose del genere si potevano fare, ed era tutto più bello. Oggi manca lo spirito per divertirsi e prendersi in giro. Fece bene Totti.

Se lo aspettava fuori dalla Roma?

No, però sapevo che per lui non sarebbe stato facile. È stato una leggenda da calciatore, ripetersi da dirigente era impossibile. Avrebbe dovuto prendersi del tempo per stare con la famiglia, e poi decidere con calma. Ma sono sicuro che prima o poi rientrerà.

Cosa pensa di Fonseca?

Io faccio il commentatore del campionato italiano per la tv brasiliana e la Roma l’ho vista spesso. È difficile lavorare con una squadra sempre rivoluzionata, ha avuto troppi infortuni: vuole giocare in un certo modo, ma non sempre ci è riuscito. Ci sono molti giovani e non è facile, non ci sono grandi individualità, a parte Dzeko che ha segnato gol importanti. Quando le cose non vanno bene, tutti soffrono.