(Corriere della Sera - G.Piacentini) - Si può essere determinanti pur non essendo (quasi) mai titolari? A vedere la storia di Marco Antonio de Mattos Filho, più semplice Marquinho, sembrerebbe di sì. Arrivato in prestito lo scorso gennaio, quando c’era ancora Luis Enrique, è riuscito a conquistarsi sul campo la riconferma ed a far cambiare idea ai dirigenti della Roma, non al d.s. Walter Sabatini che ha sempre creduto in lui, che troppo frettolosamente lo avevano ribattezzato «Aquistinho».
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Marquinho, «sottovalutato» ma spesso decisivo
(Corriere della Sera – G.Piacentini) – Si può essere determinanti pur non essendo (quasi) mai titolari? A vedere la storia di Marco Antonio de Mattos Filho, più semplice Marquinho, sembrerebbe di sì.
Contro il Torino il suo ingresso in campo è stato decisivo, non solo per il rigore che si è conquistato ma anche perché è riuscito ad avere un impatto molto forte sulla gara: una qualità, quella di entrare subito in partita, che finora per lui non è stata un boomerang. Se è vero, infatti, che è partito titolare solo una volta in questa stagione - contro la Sampdoria all’Olimpico, rimanendo in campo per novanta minuti - è altrettanto vero che ogni volta che Zeman si gira verso la panchina per fare un cambio, tocca quasi sempre a lui. È successo già nove volte su undici e molto spesso, come a Milano contro l’Inter quando segnò il gol del 3-1, è stato decisivo. Per questo domenica a Pescara toccherà di nuovo a lui ma stavolta, probabilmente, dal primo minuto.
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