Se in una società parla soltanto l'allenatore, vuol dire che in quella società c'è un problema grosso, scrive Mimmo Ferretti su Il Corriere della Sera. E che quel problema va al di là dei risultati maturati sul campo. In una società "normale" un allenatore si limita a fare l'allenatore, e non (anche) il portavoce della società stessa. Così quando José Mourinho afferma "Io sono la società" (è accaduto ieri in conferenza stampa), dice una cosa probabilmente provocatoria, se vogliamo un po' strana ma fortemente vera. Siamo al punto che la comunicazione della Roma, di fatto, è affidata al solo Mourinho. Che, è corretto dirlo, è un ottimo comunicatore e che non si è mai fatto pregare per interloquire con il prossimo. Solo che in certi momenti, e questo è uno di quei momenti, ci sarebbe bisogno di sentire la voce del padrone. Ma neppure con la Roma in evidente difficoltà Dan e/o Ryan Friedkin si fanno (pubblicamente) sentire.
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Il Corriere della Sera
Manca la voce del padrone. José costretto al ruolo di capo della comunicazione
Siamo al punto che la comunicazione della Roma, di fatto, è affidata al solo Mourinho
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