(Corriere della Sera-G.Piacentini) Dopo la sconfitta di Siena serviva una reazione d'orgoglio. Una bella prestazione che andasse al di là dei tre punti, e soprattutto tanto impegno da parte dei giocatori.
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Luis Enrique: «La reazione che volevo»
(Corriere della Sera-G.Piacentini) Dopo la sconfitta di Siena serviva una reazione d’orgoglio. Una bella prestazione che andasse al di là dei tre punti, e soprattutto tanto impegno da parte dei giocatori.
Secondo Luis Enrique con il Parma sono arrivate tutte le risposte che cercava, oltre al quinto posto in classifica. «Sono contentissimo per i tre punti - il suo commento - che sarebbero stati gli stessi anche se avessimo vinto 5-0. Abbiamo sbagliato poco contro una squadra che aveva fatto bene nelle ultime partite».
Nella conferenza stampa della vigilia era sembrato più nervoso del solito. «Avevo visto delle cose in allenamento che non mi erano piaciute, ero arrabbiatissimo. Quello che fa la differenza nel calcio attuale è la continuità. Ed è la continuità ciò che ci separa dalle formazioni che ci precedono in classifica. Ma da questo punto di vista la squadra ha fatto molti passi in avanti. Abbiamo recuperato alcuni giocatori importanti, e questo può aiutarci. Ora andiamo a Bergamo a giocare una partita difficilissima, ma sono ottimista perché si avvicina il derby e tutti si sono svegliati. Mi aspetto di vincere».
Senza Totti, squalificato, contro l'Atalanta ma con un Borini in più. «Mi dispiace per l'assenza di Francesco, ma la squadra è al di sopra di tutto. Borini mi ha sorpreso dal primo giorno, è uno che dà il cento per cento anche quando dorme». La vittoria col Parma ha riportato la Roma al quinto posto, in piena corsa per un posto in Champions. «Il terzo posto è uno stimolo grande ma manca ancora tantissimo e cambierà tutto se domenica non faremo una bella partita».
Al terzo posto comincia a credere anche la dirigenza.«Ci deve essere impegno - il pensiero del d.s. Walter Sabatini - tutti i giorni per raggiungere l'obiettivo, che può essere anche mancato ma sarebbe immorale non trovare i giusti presupposti ogni domenica». Parole d'elogio anche per Luis Enrique. «La sua è un'applicazione feroce. Molte delle cose che fa non si vedono in campo, ma lui è un operaio siderurgico: viene la mattina e con i suoi collaboratori prepara le strategie. Ha un fuoco dentro sempre acceso, è una garanzia e speriamo che lo sia per noi per molto tempo».
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