Berdini resta in stand by. Il destino del titolare dell’Urbanistica rimane appeso ad un filo anche dopo la riunione di maggioranza M5S in Campidoglio che Raggi e il vicesindaco Luca Bergamo impostano sul controllo degli atti prodotti dall’assessore dall’inizio del suo mandato. Una due diligence per «processare» il lavoro di Berdini, passaggio collegiale che condurrà i consiglieri a votare espulsione o reintegro. Ai consiglieri è stato sottoposto il cronoprogramma sul progetto Stadio della Roma, una serie di provvedimenti con cui Berdini avrebbe dovuto o rispettare, o semmai bloccare, il percorso della Conferenza dei servizi sull’area di Tor di Valle. Procedure che, in un verso e nell’altro, non sarebbero mai state completate, scrive Arzilli su "Il Corriere della Sera". «Sì, la valutazione sugli atti è a prescindere dall’episodio spiacevole», ha detto il presidente dell’Assemble capitolina Marcello De Vito. «Novità? Le avrete tra qualche giorno», annuncia il vicesindaco Luca Bergamo a conferma di una scelta ancora non fatta.
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La sindaca «processa» il lavoro di Berdini
L'assessore resta in stand by in attesa che i consiglieri votino per l'espulsione o per il reintegro
Anche perché il sostituto di Berdini non si trova: l’ultimo nome è quello dell’urbanista Alberto Coppola, docente alla Federico II di Napoli. E, intanto, dall’altra parte cresce il partito dei resilienti «berdiniani» che sono contro il reset immediato. Per due motivi, entrambi collegati all’affaire stadio. Il primo è legato all’immagine del M5S: Berdini è di fatto un marchio «antipalazzinari» imprescindibile per alcuni consiglieri grillini che giudicano un autogol il sì allo stadio contestuale all’uscita di scena dell’assessore. Il secondo motivo è quello anticipato da Luigi Di Maio, secondo cui, in sostanza, sarebbe spericolato avallare il progetto senza un assessore competente nella giunta.
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