(Corriere della Sera-L.Valdiserri)La prima legge delle Tavole di Zdenek Zeman dice che il risultato può essere casuale ma che la prestazione rimane. La seconda dice che il derby è una partita come le altre. Mescolando questi due elementi con la miglior prova della stagione dal punto di vista atletico ne esce la vittoria di Siena, su un campo molto difficile, dopo che la Roma era passata in svantaggio al 26’ (colpo di testa di Neto su azione da calcio d’angolo) nell’unico tiro in porta fatto dall’avversario in tutta la gara.
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La Roma corre. Doppio Destro e il Siena va k.o.
(Corriere della Sera-L.Valdiserri) La prima legge delle Tavole di Zdenek Zeman dice che il risultato può essere casuale ma che la prestazione rimane.
È il terzo successo consecutivo dopo la sconfitta contro la Lazio: una reazione fondamentale, visto che la botta poteva essere forte, che permetterà alla Roma di affrontare sabato prossimo la Fiorentina in uno scontro valido per l’alta classifica e dal forte connotato emotivo, visto che sull’altra panchina ci sarà Vincenzo Montella e in campo andranno Pizarro e Aquilani. È soprattutto un risultato meritato, costruito con una ripresa giocata con qualità e velocità. Il Siena non subiva gol da cinque partite (quattro di campionato e una di Coppa Italia) e ne ha presi tre in 45’. Destro ha segnato la sua prima doppietta romanista, prendendosi anche gli insulti dei tifosi del Siena, e in mezzo c’è stato il 2-1 di Simone Perrotta, 35 anni, alla nona stagione giallorossa, mandato in campo da Zeman al posto di Tachtsidis (bravo nell’azione dell’1-1) negli ultimi 14 minuti. Un premio alla professionalità del campione del mondo 2006, che è rimasto a Roma anche se in molti avrebbero voluto liberarsi del suo contratto.
È stato il simbolo di una giornata importante in cui ha funzionato tutto quanto, almeno nel secondo tempo: Totti è stato il migliore per qualità e quantità, uscendo dopo gara con la sua ennesima battuta: «Non posso parlare perché sto mangiando il panettone»; Destro ha fatto dimenticare l’assenza di Osvaldo e Lamela; Pjanic ha giocato benissimo anche se si è dovuto inventare attaccante esterno (ma nella ripresa si è cercato una posizione più da regista). Sul ruolo del bosniaco si potrà parlare a lungo, come sul sesso degli angeli. La verità è che se il 4-3-3 sia vero o presunto, poco importa: quello che Zeman chiede alla squadra è soprattutto una mentalità offensiva e questa c’è stata al massimo livello. Raggiunto l’1-1, su un campo pesantissimo e avendo già speso molto, la Roma non ha abbassato i ritmi, ma li ha alzati. Ha rischiato di prendere i contropiedi del Siena, che si è dedicato solo a difendersi, ma ha stretto l’avversario nella sua area e lo ha martellato fino a ottenere la vittoria. Con grande onestà, Serse Cosmi ha ammesso che il risultato è stato giusto. La classifica è brutta —ultimo posto insieme al Pescara — ma ingiusta perché il «suo» Siena si porta il peso di un meno 6 per colpe altrui. La prossima gara, contro il Catania, ancora in casa, sarà ancora più importante.
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