(Corriere della Sera - L.Valdiserri)Sono tanti gli scenari che, nei prossimi giorni, possono presentarsi alla Roma. Il più probabile è quello che vede il gruppo cinese Hna affiancare la proprietà bostoniana di James Pallotta, con UniCredit che diluisce di molto la sua quota, come è logico che sia per una banca, senza uscire però completamente dal pacchetto azionario.
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James Pallotta e la forza delle azioni
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Sono tanti gli scenari che, nei prossimi giorni, possono presentarsi alla Roma. Il più probabile è quello che vede il gruppo cinese Hna affiancare la proprietà bostoniana di James Pallotta,
L’unica certezza è che, qualunque sia l’importo pagato da mister Feng (si parla di 30 milioni di euro per entrare nella controllante Neep e di altri 20-25 in un aumento di capitale riservato per salire al 35-40% della quota azionaria), la maggioranza resterà saldamente nelle mani di James Pallotta. E che negli Stati Uniti vige una legge: chi ha la maggioranza, anche se risicata, governa. È questo un segnale certo di turbolenza nella vita futura della società giallorossa? No.
E in ogni caso, semmai, sembra più un problema per mister Feng che per Pallotta & company. UniCredit ha il pieno diritto di diluire la sua quota - di più, ha un dovere verso azionisti che non capiscono cosa ci faccia una banca dentro un club di calcio - e Pallotta lo sa. Per questo non imporrà il veto. Nello stesso tempo UniCredit non ha alcun interesse a indebolire l’imprenditore (Pallotta, appunto) che ha scelto per la successione alla famiglia Sensi. Farlo adesso, quando la Roma è prima in classifica e lo stadio Olimpico tracima di entusiasmo (il fiore all’occhiello è la straordinaria iniziativa del «settore famiglie» che tanti altri club ora vogliono copiare) sarebbe un autogol
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