Tre partite di campionato sono poche, ma i numeri sono chiari: Juve e Roma sono le uniche a punteggio pieno, non hanno preso neppure un gol e hanno gestito benissimo la fatica supplementare della Champions League. Ai giallorossi bastano 13 minuti per chiudere la pratica Cagliari: due gol (Destro, Florenzi) e poi è solo risparmio di energie, visto che temperatura e tasso di umidità sono più da Manaus che da Italia. Sono molti i motivi di soddisfazione per Rudi Garcia, oltre al risultato: 1) aver lasciato senza problemi Totti per 90’ in panchina e aver schierato Pjanic solo per 20’, quando la gara era già morta e sepolta; 2) la personalità di Manolas e Keita, due nuovi acquisti che giocano come se fossero a Roma da dieci anni; 3) la capacità di aggredire le partite con una furia che, nei campionati scorsi, era una caratteristica della Juventus di Conte: contro il Cska due gol in 10 minuti, ieri in 13; 4) la prova solida, senza fronzoli ma utile, di Mapou Yanga-Mbiwa, catapultato in campo dagli infortuni di Castan e Astori.
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Gioco e solidità, la Roma in 13 minuti mette in soffitta il fantasma di Zeman
Questa squadra sembra poter trarre il massimo da tutte le situazioni.
«La dimostrazione che in questo gruppo di grandi uomini è facile, per un nuovo arrivato, inserirsi subito», ha detto Rudi Garcia.
Poiché la perfezione non è di questo mondo ci sono anche contrappunti negativi: 1) Daniele De Rossi si è aggiunto, nel finale, agli infortunati: una contrattura al polpaccio, che sarà valutata meglio oggi, ma che tiene in ansia lo staff giallorosso; 2) Mattia Destro ha dato segni di nervosismo al momento della sostituzione, facendo volare un «fratino» e lamentandosi ad alta voce. Capita anche nelle migliori famiglie, ma non è un dettaglio per un gruppo che vuole vincere lo scudetto. Avere una rosa ampia è un grande vantaggio, sprecarlo con le polemiche sarebbe un errore. Garcia se l’è cavata con la formula magica degli allenatori: «Non ho sentito, dovete chiedere a Mattia». È sicuro che oggi, al campo di allenamento, senza fare tragedie ma con tono fermo, il problema verrà analizzato. La Roma di questa stagione non ha soltanto una rosa molto più attrezzata e ampia. Ha anche la sicurezza che viene da un anno di lavoro con Garcia e il suo staff. Non ha nulla a che vedere con la squadra di Spalletti, che produceva un gran calcio ma vinceva (quasi solo) le partite giocate bene. Questa squadra sembra poter trarre il massimo da tutte le situazioni. La prova definitiva arriverà a fine mese, quando, in cinque giorni, i giallorossi giocheranno in trasferta contro il Manchester City e la Juve. L’importante sarà arrivarci con qualche cerotto in meno. Quanto al Cagliari non è sembrata, nemmeno per un minuto, una squadra allenata da Zdenek Zeman, che ha diviso il pubblico romanista tra applausi e fischi alla lettura delle formazioni. O la squadra troverà in fretta la stessa lunghezza d’onda del suo allenatore, oppure saranno problemi.
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