I romani in balìa degli scontri. Gli steward massacrati in diretta tv dai tifosi russi. L’Olimpico ancora scenario di violenze. Senza contare quello che è successo di notte, con la polizia impegnata per ore a seguire le comitive di ultrà moscoviti nelle loro bevute nei locali del centro per impedire contatti con i romanisti.
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Il Foro Italico in balia degli ultrà. Il questore: «Colpa della polizia russa»
E ora potrebbero essere presi provvedimenti nei confronti di chi ha sottovalutato la pericolosità degli ultrà ospiti, forse ritenendo che a Roma ne sarebbero arrivati pochi.
I gravi incidenti di mercoledì sera hanno lasciato il segno, ancora una volta. Anche perché, solo poche settimane fa, il prefetto Giuseppe Pecoraro aveva annunciato di non voler far più giocare in notturna le partite di campionato a rischio. Roma-Cska era di Champions, ma fa poca differenza: il risultato è stato lo stesso.
E ora potrebbero essere presi provvedimenti nei confronti di chi ha sottovalutato la pericolosità degli ultrà ospiti, forse ritenendo che a Roma ne sarebbero arrivati pochi. Invece erano mille, molti dei quali con precedenti penali.
Il bilancio della guerriglia è pesante: 13 steward feriti, due tifosi ospiti - un russo e un polacco - in prognosi riservata al Gemelli (Artem Kuresha e Weslaw Tomasz Tomczyk, 27 e 33 anni), altri sette arrestati, oltre a un romanista (in tre, compreso quest’ultimo, sono stati scarcerati ieri mattina dopo l’udienza di convalida), e ancora 15 del Cska identificati(saranno forse denunciati). Roma rischia di essere eliminata dalle città che ospiteranno le partite dell’Europeo 2020.
La Questura critica il fatto che i russi «non fossero assistiti in modo adeguato da esponenti della società di calcio di Mosca né accompagnati da forze dell’ordine russe, come dovrebbe avvenire negli eventi calcistici internazionali». Secondo i responsabili di San Vitale, inoltre, gli scontri sul lungotevere sono stati provocati «dal mancato rispetto delle indicazioni fornite sui punti di concentramento da parte della tifoseria russa per poter essere poi trasportata verso lo stadio: un gruppo si è spinto da solo sul lungotevere». A Tele Radio Stereo il questore Massimo Maria Mazza conferma che «non c’era un’attenzione particolare, le segnalazioni che ci sono giunte dalle autorità russe parlavano di pochissimi tifosi pericolosi». Ma da Mosca Viaceslav Koloskov, presidente onorario dell’Unione calcio russa, replica: «Il Cska non ha organizzato la partita e non può rispondere quindi per la sicurezza. Piuttosto: perché i romani hanno permesso ai russi di portare i fuochi d’artificio e non hanno garantito la sicurezza?». Per Giorgio Innocenzi, segretario nazionale della Consap Polizia, l’immagine di Roma è stata rovinata di nuovo: «Un’altra brutta figura vista da mezzo mondo in televisione, il pericolo degli ultrà è stato sottovalutato ancora una volta».
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