rassegna stampa roma

Le due facce (sbagliate) del tifo

L'eccessivo entusiasmo puo' rovinare tutto. Meglio restare con i piedi per terra.

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«Lo scudetto? È già nostro, non si discute». Il tifo giallorosso è a mille, l’ottimismo ha preso il sopravvento e nessuno ha più paura di pronunciare quella famosa parola che comincia con «s» e finisce con «o». Un tabù fino a qualche campionato fa. Nessuno osava dire nulla su quel traguardo che è il sogno di ogni persona che va allo stadio e soffre per coloro che sono sul campo. Oggi, invece, è cambiato tutto in quella parte di città che ama la Roma di Rudi Garcia. È un cocktail di soddisfazioni che si basa sui risultati e sul gioco dello scorso anno e sui nuovi acquisti che hanno reso la squadra «molto più forte». Così, il tifoso della curva sud non ha più remore e non teme di essere smentito dai fatti. Aiutato in questo da numerosi commentatori che hanno rotto gli argini, diventando più ottimisti e più sicuri di quei sostenitori che non hanno dubbi sull’esito del campionato.

È un bene o un male? Personalmente ritengo che si stia esagerando. Non è per fare l’uccello del malaugurio, ma è facile capire che le insidie possono essere mille e capovolgere anche la più rosea delle situazioni. E poi lasciatemi dire che pure nascondersi dietro la superstizione non è un peccato mortale. Anzi, vi posso rammentare quel che il grande Benedetto Croce rispose un giorno ai suoi discepoli che lo interrogavano in merito. «Maestro, voi credete nella jettatura», domandarono? E lui di rimando: «Macché, ragazzi, se avessi tempo scriverei tre o quattro libri per dimostrare che la sfortuna non esiste. Ma siccome non ho tempo, faccio gli scongiuri». 

I tifosi della Lazio, al contrario, continuano ad avere un diavolo per capello. Anche se nelle ultime ore sono arrivate buone notizie dal mercato, con l’acquisto di Stefan de Vrij, difensore centrale olandese preso dal Feyenoord, che va così a compensare lo schiaffo subìto dalla Roma la settimana scorsa quando il presidente Lotito e il d.s. Igli Tare si son visti clamorosamente sfilare Astori. Però, da qui ad arrivare a comportarsi come quelle poche decine arrivati nel ritiro biancazzurro ad Auronzo ce ne passa! Protestare è giusto, polemizzare è doveroso per portare avanti le proprie ragioni. Ma andare più in là e far intervenire la polizia quando ancora manca un mese alla fine della campagna acquisti mi sembra esagerato e inaccettabile.