L’allenatore vive spesso la solitudine quando vince, figurarsi quando perde. Eusebio Di Francesco l’ha detto a Bologna, dopo la terza sconfitta stagionale della Roma in sei gare ufficiali: "Conosco il calcio, so che l’allenatore è sempre sulla graticola". C’è il Frosinone, stasera all'Olimpico, dove la Roma non vince in campionato dal 28 aprile scorso, quando battè 4-1 il Chievo. Il calendario, riporta il "Corriere della Sera", è il miglior alleato del tecnico: tre partite in sette giorni, perché il 2 ottobre ci sarà la sfida di Champions contro il Viktoria Plzen. Servono tre vittorie o, come minimo sindacale, due successi e un pareggio contro la Lazio. I nomi che girano— Paulo Sousa, Blanc, Donadoni, Montella, mentre Conte è inavvicinabile per costi e ambizioni - non convincono. La squadra è andata in ritiro punitivo, dopo la sconfitta di Bologna: "Siamo tutti nervosi quando le cose non vanno bene. Siamo qui per capire perché certe cose non funzionano e vogliamo risolverle insieme. Il concetto è uno: io ho bisogno dei calciatori e loro hanno bisogno di me, soltanto insieme possiamo uscire da questo momento. Tutti dobbiamo tirare fuori qualcosa in più dal punto di vista caratteriale e mentale. Qualcuno non giocherà contro il Frosinone, però questo non vuole dire che per me non è uomo". Il fatto è che resteranno fuori Dzeko e De Rossi, cioè due leader dello spogliatoio. Il turnover è necessario, visti i tanti impegni ravvicinati. La difesa dovrebbe essere confermata, a centrocampo si rivedranno Nzonzi e Pastore (probabilmente con Lorenzo Pellegrini),in attacco sono favoriti Cengiz Under, Schick e El Shaarawy.
rassegna stampa roma
Di Francesco sulla polveriera Roma: “Non mi serve la fiducia di nessuno”
Il tecnico: "Dobbiamo tirare tutti fuori qualcosa in più dal punto di vista tecnico e caratteriale"
© RIPRODUZIONE RISERVATA