Non risponde alle domande ma conferma la sua versione, inviata per lettera nei giorni scorsi. Due paginette a stampatello in cui delinea una legittima difesa: «E’ vero alla fine i colpi li ho esplosi io ma senza mirare, ero pieno di sangue dappertutto, mi stavano ammazzando». La versione di Daniele De Santis, indagato per l’ omicidio di Ciro Esposito, l’ultrà del Napoli morto per gli scontri prima della finale di Coppa Italia, resta quella. Si è avvalso della facoltà di non rispondere con il pm Eugenio Albamonte che, ieri, è andato in ospedale per ascoltarlo. Si definisce «davvero disperato» per quello che è successo. «Non vogliamo fare dichiarazioni accusatorie nei confronti di terze persone», dice il difensore Tommaso Politi. «Sono uscito dalla Boreale (l’associazione di Tor di Quinto davanti a cui si sono scatenati gli scontri, ndr ) per chiudere il cancello perchè si sentiva un casino di bomboni e fumogeni — scrive De Santis —, dentro stavano giocando i ragazzi». Poi sottolinea: «Non ho tirato nessuna bomba. Ho raccolto un fumogeno che stava per terra e l’ho ritirato e ho strillato al conducente del pullman di levarsi. A quel punto mi hann rincorso in trenta». L’ultrà avrebbe tentato di difendersi ma è stato colpito alle spalle con delle bastonate. La perizia del Racis ha ricostruito anche quattro coltellate: due all’addome, due al gluteo. «Mi sono rotto la gamba sotto il cancello e (loro, ndr) hanno continuato». E ancora: «Non volevo uccidere nessuno però purtroppo alla fine un ragazzo è morto. Il resto lo spiegherò al giudice quando avrò il processo». Angelo e Sergio Pisani, legali della famiglia Esposito, hanno replicato: «E’ un paradossale tentativo di confondere le idee. Dovrebbe però spiegare perché, armato di pistola ed esplosivi, assaltava un pullman bloccato nel traffico come denunciato da testimoni e vittime».
rassegna stampa roma
De Santis: «Hanno continuato a colpirmi malgrado avessi la gamba rotta»
«E’ vero alla fine i colpi li ho esplosi io ma senza mirare, ero pieno di sangue dappertutto, mi stavano ammazzando»: la versione di Daniele De Santis
© RIPRODUZIONE RISERVATA