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Ceferin: “In campo senza spettatori, la cosa più importante è giocare le partite”

Il numero uno dell'Uefa: "Difficile andare in campo a settembre o ottobre, avrebbe un impatto pesante sul calendario della stagione 2020-21"

Redazione

Aleksander Ceferin non molla. Il presidente Uefa torna a parlare della ripresa del calcio in un'intervista a Il Corriere della Sera. Eccone uno stralcio:

Terminerà la stagione?

La priorità è la salute di tifosi, giocatori e dirigenti. Sono ottimista di natura, credo ci siano opzioni che ci possono permettere di ricominciare campionati coppe e portarli a termine. Potremmo dover riprendere senza spettatori, ma la cosa più importante credo sia giocare le partite. In tempi così duri si porterebbe alla gente felicità e un certo senso di normalità anche se le partite saranno solo in tv.

Molti sport hanno chiuso le stagioni in anticipo, perché il calcio non fa lo stesso?

È presto per dire che non possiamo completare la stagione. L’impatto sarebbe terribile per club e leghe. Possiamo terminare, ma dobbiamo rispettare le decisioni delle autorità e aspettare il permesso per tornare a giocare.

La serie A potrebbe "riaprire" gli allenamenti il 4 maggio. È giusto tornare in campo con l’emergenza in corso?

Tutte le attività si stanno organizzando per ricominciare, tutti hanno bisogno di ritrovare le loro vite. Se le misure di sicurezza verranno rispettate e se le autorità daranno luce verde, gli allenamenti potrebbero riprendere come il resto. Per le gare servirà un ulteriore consenso.

In futuro il timore è di avere stadi vuoti, perché si avrà paura di stare a contatto. Il calcio diventerà virtuale?

Le misure saranno per un periodo limitato, nel tempo si tornerà alla normalità. Vedremo ancora stadi pieni, ne sono certo.

C’è una deadline per chiudere la stagione 2019-20?

No, non c’è una deadline specifica. Siamo esplorando una varietà di opzioni per vedere quando potrebbero finire le competizioni, sempre in base alle date per ripartire.

Pensa sia possibile (se necessario), come ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina, terminare la stagione anche tra settembre e ottobre o entro il 2020?

Lo vedo abbastanza difficile, avrebbe un impatto pesante sul calendario della stagione 2020-21.

Chi decide di non terminare la stagione, come vorrebbe fare il Belgio, sarà escluso dalle prossime coppe?

Decisioni del genere non vanne prese da soli. Il calcio è interconnesso, abbiamo visto quanto è importante che Uefa e leghe lavorino in buona cooperazione. Il Comitato esecutivo prenderà in esame i casi.

Se non si riuscisse a riprendere, quale sarà il danno economico per la Uefa e il calcio?

I campionati sono la base dei ricavi per i club a livello nazionale. Se completati, le conseguenze finanziare saranno limitate. La Uefa invece perderà tanti soldi per aver posticipato Euro 2020.

I bilanci dei club andranno in rosso. Pensa che il Fair play finanziario sia troppo stringente così com’è?

Abbiamo già sospeso alcune condizioni, ma non rottameremo il fair play finanziario. Ha portato tanti benefici, però deve essere un aiuto, non un ostacolo: saremo flessibili.

La Fifa vuole estendere i contratti fino al termine della stagione e pensa ad ampliare il mercato. Non crede che il mercato sia troppo lungo?

Dobbiamo dare maggiore flessibilità a club e giocatori. Mi sembra che estendere la finestra per il calciomercato sia una buona opzione.