Mille uomini tra steward, guardie del corpo e forze dell’ordine per una gara senza la tifoseria ospite e la Roma «convinta» a trasferirsi a Napoli in aereo e non in treno per motivi di sicurezza. È possibile parlare di calcio? Sì. Anzi, dopo il doveroso ricordo di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito mortalmente in occasione della finale di Coppa Italia, a Roma, è forse l’unico modo per esorcizzare la partita della paura.
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Benitez e Garcia: il calcio sia festa e spettacolo. Si gioca nel ricordo di Ciro
Le assenze restano pesanti: Maicon, Castan, Balzaretti, Strootman. In attacco sicuri Totti e Gervinho, il terzo dovrebbe essere Florenzi.
Solo parole, dirà qualcuno. Ma importanti. Quelle di Rafa Benitez: «Le due società, noi allenatori, tutti dobbiamo solo parlare di calcio, di uno spettacolo bellissimo. È questo il messaggio più importante e il modo migliore per onorare la memoria di Ciro».
Quelle di Morgan De Sanctis, grande ex: «Dobbiamo recepire il messaggio della madre di Ciro Esposito e far sì che una tragedia simile non succeda più. La responsabilità non è solo di noi calciatori, ma di tutti, addetti ai lavori e tifosi. Noi, come Associazione calciatori e con la nostra onlus, vogliamo impegnarci per riavvicinare queste tifoserie e siamo convinti di poter fare qualcosa di concreto».
Quelle di Francesco Totti, perché le morti non hanno colore o bandiera: «Da padre e da uomo voglio dare un abbraccio pieno di calore a tutte le famiglie che sono state colpite da lutti nel calcio e nello sport. Penso alla famiglia De Falchi, alla famiglia di Ciro Esposito, a quella di Stefano e Cristian, alla famiglia Sandri e mi sento vicino a tutte quelle che hanno vissuto disgrazie come queste. Molti angeli ci guardano dall’alto e loro per primi desiderano che certe cose non accadano più».
Quelle di Rudi Garcia: «Per me il calcio deve essere una festa: amicizia e rispetto degli altri. Siamo uniti tutti dalla stessa passione. Una famiglia non deve farsi la domanda se portare o no il bambino allo stadio. È una bella opportunità per dimostrare che ognuno pensa positivo e con rispetto».
La speranza è che sia solo calcio e, possibilmente, bel calcio. Sia il Napoli che la Roma sono squadre propositive, che non pensano a difendersi anche se tutte e due sono fortissime negli spazi che l’avversario deve essere attento a non lasciare. Rafa Benitez e Rudi Garcia si conoscono da molto tempo: lo spagnolo aprì il centro sportivo del Valencia per far vedere i suoi allenamenti al più giovane francese e fu prodigo di consigli, anche quando sconfisse il Lilla, con il Liverpool, nell’Europa League 2010. Nella stagione scorsa Napoli e Roma si sono incontrate quattro volte: due in campionato e due in Coppa Italia, ha sempre vinto la squadra di casa. Il Napoli ha poi conquistato la Coppa Italia, la Roma ha agguantato il secondo posto e la qualificazione diretta in Champions, che è poi sfuggita ai partenopei nel preliminare contro l’Athletic Bilbao.
Benitez ha meno dubbi di formazione: a centrocampo dovrebbero giocare Lopez e Inler, mentre Insigne è favorito su Mertens per giocare con Higuain, Callejon e Hamsik. Garcia ha recuperato il greco Manolas e non dovrà schierare un centrale difensivo di emergenza, come De Rossi. Le assenze restano pesanti: Maicon, Castan, Balzaretti, Strootman. In attacco sicuri Totti e Gervinho, il terzo dovrebbe essere Florenzi. A centrocampo torna Nainggolan dal primo minuto, ballottaggio tra De Rossi, Pjanic e Keita per due maglie.
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