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Trapattoni: “E’ inutile fare turn over. Mai snobbare la Coppa Italia. Higuain come Pablito Rossi”

Intervista all'ex allenatore della Nazionale Italiana, Giovanni Trapattoni

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Giovanni Trapattoni, intervistato ai microfoni di Radio Crc, parla della sfida tra Napoli e Inter di Coppa Italia: "Il Napoli ha le qualità per essere favorito in questo contesto, ma ho avuto la fortuna di vincere il campionato senza mai snobbare le coppeeffettuando pochi cambi e consiglio a tutti i miei colleghi di cercare sempre il risultato perché giocare mercoledì e domenica non è dannoso". L'ex commissario tecnico della Nazionale parla anche dell'allenatore spagnolo che guida da due stagioni i partenopei: "Benitez è un ottimo allenatore ed è inevitabile che quando uno straniero entra in un campionato diverso si porta dietro sempre le proprie idee che inizialmente stupiscono. Poi, gli avversari prendono le misure e il fatto che si italianizzino non è negativo. Ad un certo punto, bisogna guardare ai risultati al di là delle idee". Trapattoni parla anche del cambio tecnico alla guida dell'Inter: "A volte è necessario cambiare la guida tecnica, ma è altrettanto vero che ci sono dei momenti in cui la squadra per orgoglio reagisce. Non è che con Mazzarri i calciatori facessero meno anche perchè poi sono gli stessi calciatori che vanno in campo e che vengono umiliati quando perdono. A volte, una scossa serve per dare qualcosa di positivo, ma non sempre". Parole d'amore del tecnico per Gonzalo Higuain: "Su tutti è il calciatore che mi piace di più e che mi avrebbe fatto piacere allenare. Mi ricorda Paolo Rossi perché ha un'intuizione della rete incredibile. Il Napoli però, non ha solo Higuain, ci sono diversi calciatori importanti". Trapattoni parla anche del suo futuro: "Sono in attesa, voglio allenare ancora. Ho rifiutato un paio di squadre di club, ma non in Italia, solo un club italiano voleva ingaggiarmi e non in panchina. Il calcio italiano lo guardo e devo dire che ci sono delle partite che offrono uno spettacolo gradevole, ma ho notato anche molti sprechi. Il nostro calcio si è impoverito ed è stato un pò superato da Spagna, Francia e Inghilterra. Un futuro in Italia? E' difficile perché già immagino cosa si direbbe su di me". Parlando dell'esperienze passate: "Il passaggio all'Inter mi ha consacrato anche fuori le mura di Torino per cui diciamo che ho fatto una grande esperienza con ottimi giocatori, sono stato un pò lanciato dalla fortuna", spiega il Trap che per quanto riguarda gli anni in bianconero ha solo un rimpianto: "Quando nella Coppa dei campioni, su sette gare ne giocammo sei perdendo la finale ad Atene. La logica diceva che avremmo vinto quella competizione e io non cambiai formazione perché volli dare fiducia a chi aveva fatto bene. I debiti di riconoscenza l'allenatore non deve mai pagarli, il campo dice questo".