I calciatori professionisti soffrono di disturbi mentaliin misura maggiore rispetto al resto della popolazione. Come riporta AdnKnronos, è quanto emerge da uno studio realizzato da Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori. Stando alle informazioni raccolte su un totale di 826 calciatori interpellati, il 38% di quelli ancora in attività (607) e il 35% di quelli che si sono già ritirati (219) hanno dichiarato di avere riscontrato i sintomi di depressione e/o ansia, oltre ad altri problemi legati al sonno (rispettivamente 23 e 28%), al malessere (15 e 18%) e all'abuso di alcol (9 e 25%).
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Studio Fifpro: ansia e depressione per il 38% dei calciatori
I calciatori che durante la loro carriera hanno subito tre o più lesioni gravi hanno una possibilità da due a quattro volte maggiore rispetto agli altri giocatori di avere a che fare con problemi mentali
Inoltre, secondo lo studio, i calciatori che durante la loro carriera hanno subitotre o più lesioni gravi hanno una possibilità da due a quattro volte maggiore rispetto agli altri giocatori di avere a che fare con problemi mentali. I numeri sono di gran lunga più alti rispetto a quelli che riguardano la popolazione in generale e altri atleti di elite. Da alcuni studi scientifici, rileva la FifPro, è emerso ad esempio che l'indice di depressione o ansia fra la popolazione è del 13% in Australia e del 17% nei Paesi Bassi. Un altro studio del 2000 ha inoltre evidenziato che la percentuale degli atleti olimpici francesi con questo tipo di problemi è pari al 17%. Lo studio, evoluzione di un'altra indagine del 2013, rappresenta l'esame più completo realizzato finora in ambito calcistico su questo tema grazie ai dati offerti da undici sindacati membri dell'organizzazione: Belgio, Cile, Finlandia, Francia, Giappone, Norvegia, Paraguay, Perù, Spagna, Svezia e Svizzera. «Speriamo che questo studio aumenti la coscienza e l'impegno di tutte le parti interessate per aiutare i calciatori con problemi mentali e far loro sapere che non sono soli», afferma il professore Vincent Gouttebarge, responsabile medico della FifPro che ha condotto l'inchiesta insieme al suo collega della facoltà di medicina di Amsterdam, Gino Kerkhoffs
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