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Da Sanchez a Benatia: i mille capolavori dell’Udinese

Una struttura societaria solida ed efficiente. Il club friulano, ormai da anni, è una macchina perfetta

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Un'equipe solida e invidiabile. Un'organizzazione precisa e infallibile. Una struttura efficiente che muove i suoi passi con estrema capacità di calcolo ed esecuzione. L'Udinese, da anni, è una macchina perfetta. Magari dà l'idea di perdere i pezzi, d'indebolirsi, di essere più fragile. Invece non fa che rigenerarsi di continuo, grazie alle proprie risorse. Prendiamo l'Udinese di oggi. Non sarà la squadra temibile degli anni d'oro di Guidolin, ma è sempre lì. Nella parte sinistra della classifica, con pochi soldi spesi e le tante (solite) scommesse stravinte.

Heurtaux, Danilo, Gabriel Silva, Allan, Badu, Widmer, Bruno Fernandes. Sono i gioielli di oggi. I giocatori scoperti dal nulla e divenuti, nel corso degli anni, assi portanti della Serie A. Forse non tutti dei campionissimi, ma gente che ad alti livelli sa starci e che garantirà in futuro introiti importanti ad un club che si autofinanzia grazie all'ingegno e alla competenza dei propri dirigenti, spesso nascosti nel nulla, poco pubblicizzati, ma costantemente operativi e con eccellenti risultati. L'Udinese il mercato lo fa 365 giorni l'anno. Vanta osservatori in ogni angolo del mondo. Porta in Italia dall'estero giovani su giovani, li alleva, consente loro di ambientarsi e nel giro di pochi anni si ritrova in casa professionisti di qualità, pronti per esser ceduti altrove a peso d'oro. Strategia vincente per una piazza di provincia, in cui però si lavora alla grande.

Ci siamo chiesti: e se l'Udinese non avesse ceduto i suoi migliori elementi nel recente periodo, oggi che rosa potrebbe vantare? Sicuramente forte, fortissima. Certo, un discorso simile può esser valido per tante squadre. Con la sostanziale differenza, tuttavia, che i giocatori che oggi fanno le fortune delle grandi d'Italia e d'Europa, per Udine non sono semplicemente "passati". No, l'Udinese li ha scovati e allevati come figli. Per poi lasciarli liberi di volare. Stilando un'ipotetica top undici, partiamo dal portiere, che non può che essere Samir Handanovic, 30 anni, sbarcato in Friuli dieci anni fa, proveniente dalla semisconosciuta squadra slovena del Domzale. Un'eventuale difesa a tre sarebbe composta da due pilastri dell'attuale roster (il francese Heurtaux ed il brasiliano Danilo) e da una nostra vecchia conoscenza, Medhi Benatia, oggi al Bayern, tra i più forti centrali del mondo, acciuffato nel 2010 nella Serie B francese (Clermont) e pagato la "miseria" di 1,2 milioni. Quattro mesi fa, Pep Guardiola lo ha strappato alla Roma per 26 più 4 di bonus.

Nel centrocampo a cinque, occhio agli esterni. A destra, Juan Guillermo Cuadrado, tra le ali più ricercate in Europa al momento. L'attuale asso della Fiorentina sbarcò in Italia a 21 anni, quando l'Udinese riuscì a sfilarlo ai colombiani del Medellin. A sinistra Kwadwo Asamoah, ex primavera del Torino, ma esploso in Friuli dal 2008 in poi, prima di trasferirsi alla Juventus nell'estate del 2012. In mezzo, spazio alla regia sopraffina di un altro grandissimo, anch'egli passato dalle parti di Trigoria: David Pizarro, "italiano" ormai dal 1999, anno in cui l'Udinese lo prelevò (giovanissimo) dal Club de Deportes Santiago Wanderers. Ai lati del "Pek" ecco il Tucumano, Roberto Pereyra, altro neojuventino impiegato stabilmente da Allegri, e lo svizzero Gokhan Inler, portato in Italia dai dirigenti friulani nel 2007, quando lo Zurigo decise di lasciarlo partire per 950 mila euro. Nel 2011, il Napoli per prenderlo fu costretto a sborsare circa 18 milioni.

Davanti, il top. L'affare del secolo: il Nino Maravilla, Alexis Sanchez. Nel 2007, a soli 19 anni, il fanciullo di Tocopilla approdò in Friuli dal Cobreloa per meno di tre milioni di euro. A posteriori, un colpo da sogno. Qualche anno di ambientamento, esperienze in prestito al Colo Colo e al River Plate, prima dell'esplosione avvenuta nella stagione 2010-2011: 12 gol in 31 gare di campionato. Numeri che gli valsero il trasferimento al Barcellona di Pep Guardiola per 26 milioni. Una plusvalenza da standing ovation. Oggi, Sanchez gioca nell'Arsenal, che lo ha acquistato dai blaugrana la scorsa estate aggiungendo altri 14 milioni e arrivando a quota 40. In coppia con il cileno, in attesa dell'esplosione (non ancora avvenuta) di Muriel, inseriamo un grande del passato. Un altro fenomeno, Marcio Amoroso, che l'Udinese prese dal Flamengo nel 1996 per poi trasformarlo in uno dei migliori attaccanti del panorama internazionale. Il primo grande colpo di una serie ormai infinita.