Il presidente del consiglio MatteoRenzi, intervistato per il programma 'Tiki Taka' di Italia 1, parla degli episodi avvenuti durante la finale di CoppaItalia tra Napoli e Fiorentina: ''Il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie. Facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorita' e interveniamo in modo serio''.
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Renzi: “Non lasceremo il calcio ai vari Genny ‘a Carogna”
Il presidente del consiglio Matteo Renzi, intervistato per il programma ‘Tiki Taka’ di Italia 1, parla degli episodi avvenuti durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina
''E' una vicenda che ci ha lasciati non con l'amaro in bocca, di piu', io dico che non e' possibile che un cittadino normale, bambini inclusi, per entrare allo stadio deve fare tutta una serie di controlli dove gli vengono anche tolti i tappi dalle bottigliette e poi entrano le bombe carta. Sembra che le regole esistano solo per le persone per bene e non per le persone non per bene''.
Si doveva giocare la finale di Coppa Italia? ''Io ero tra quelli che avrebbe fatto cominciare la partita, prima si giocava meglio era - risponde -. In tribuna le informazioni sugli scontri arrivavano in modo disparato, e la cosa che mi ha amareggiato maggiormente e' stato l'inno fischiato. Naturalmente non e' piu' grave di quello che e' successo fuori dallo stadio, pero' mi ha disgustato. In quel momento non sapevamo nemmeno che c'era una maglietta con scritto 'Speziale libero', io dico che in un paese civile Speziale sconta la sua pena fino all'ultimo giorno e che il posto dei delinquenti non sono gli stadi ma le patrie galere''.
Ma come si torna a un calcio normale?In che modo si puo' intervenire con efficacia nei confronti dei vilenti? ''Finora sono stati presi provvedimenti sull'onda emotiva di vicende tragiche che ci hanno colpito in questi anni - risponde Renzi -: e' mancata, secondo me, la lucidita' di fare una verifica seria su quello che funziona e quello che non funziona. Questa volta non possiamo permetterci di reagire in base all'onda emotiva di chi cerca di sfruttare questa vicenda a fini elettorali: facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorita' e interveniamo in modo serio. Il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna - promette il premier -. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo. Negli altri paesi lo stadio non e' concepito come luogo di scontro, ma di aggregazione positiva anche assieme ai tifosi avversari. Questa battaglia di civilta' la vinceremo, ci vorra' un giorno, un mese o un anno: e' anche l'unico modo per tenere vivo il ricordo di chi ha perso la vita in questi anni, prime tra tutti le forze dell'ordine. Il Daspo a vita? e' una proposta seria che studieremo, ma il discorso e' piu' ampio, non si tratta solo di una questione di regole. Per esempio la sicurezza negli stadi non deve essere sostenuta economicamente dai cittadini, ma dalle societa', che devono corresponsabilizzarsi. ''.
L'ultima battuta e' sulle parole ''di dignita''' della vedova Raciti. ''Sono estremamente importanti, toccano il cuore - dice Renzi -. Sono parole di una donna italiana che ha un'appartenenza nazionale straordinaria: il calcio e' delle persone per bene, non dei delinquenti, e questa deve essere la volta buona per cambiare. Ma per farlo non servono i proclami: serve un lavoro quotidiano, e prometto che lo faremo''.
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