Tutti solidali con il Milan, ma con una convinzione: in A sarebbe difficile fermarsi. E' unanime la condanna per i cori razzisti e altrettanto l'appoggio alla scelta dei rossoneri - brilla l'eccezione di Clarence Seedorf, secondo il quale dare una segnale va bene ma e' meglio allontanare dagli stadi i responsabili - nei commenti sui fatti di Pro Patria-Milan, amichevole finita anzitempo dopo la decisione di Boateng e compagni di lasciare il campo di Busto Arsizio per non farsi piu' insultare da alcuni spettatori. Non manca chi, come l'allenatore della Lazio, Vladimir Petkovic, esprime dubbi sul fatto che la stessa cosa sarebbe avvenuta durante una partita di serie A, anche se tutti i protagonisti del mondo del pallone si dicono convinti che questa sia l'unica strada per interrompere una spirale di comportamenti inaccettabili. ''Non penso che in una gara di campionato si sarebbe interrotto, dipende se tutto lo stadio o solo un gruppo avesse fatto certi cori. E' comunque un episodio vergognoso'', ha sottolineato il tecnico della Lazio, secondo il quale certi comportamenti ''devono essere gli stessi tifosi a cominciare ad autoeliminarli, ma se il fenomeno cresce occorre interrompere le partite''.
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Razzismo: tutti con il Milan, ma ‘in A non ci si ferma’
Tutti solidali con il Milan, ma con una convinzione: in A sarebbe difficile fermarsi. E’ unanime la condanna
Il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, assicura che d'ora in poi ''in tutte le gare, anche internazionali, ove si verificassero episodi di questo genere, il Milan lascera' il campo. Questi fischi e questi cori denigratori si ripetono con eccessiva frequenza e offendono il calcio e lo sport intero'', ha sottolineato Berlusconi.
Molti allenatori di serie A si dicono d'accordo a interrompere le partite, da Ivo Pulga del Cagliari (''Queste cose dovrebbero essere fatte anche in campionato'') a Gian Piero Ventura del Torino, che pero' chiede ''regole chiare'' e ''uniformita''' assoluta per gestire tali situazioni. Mario Macalli, presidente della Lega Pro (costituitasi parte civile nei confronti dei 'tifosi' di Busto), afferma che ''il calcio, quando succedono queste cose, deve chiudere le partite'' e questo dovrebbe succedere ''ogni domenica'', anche in Serie A.
Ma chi deve decidere sullo stop di una partita? Il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, chiarisce che l'arbitro ''non ha questo potere, l'unico e' l'incaricato del Ministero dell'Interno''. Per questo, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, incontrera' il capo della Polizia, Antonio Manganelli, per ''rafforzare il coordinamento tra mondo del calcio e i responsabili dell'Ordine pubblico negli stadi, che devono ordinare eventualmente all'arbitro di fermare le partite''. (ANSA)
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