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Raynaud (Sky): “L’attuale modelli di vendita dei diritti tv è discriminatorio e ingiusto”

L’attuale modello di vendita dei diritti tv per il calcio italiano e’ “discriminatorio ne’ equo, ne’ giusto, ne’ sostenibile“.

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L'attuale modello di vendita dei diritti tv per il calcio italiano e' "discriminatorio ne' equo, ne' giusto, ne' sostenibile". Lo afferma Jacques Raynaud, vicepresidente per l'area sport e pubblicita' di Sky, che in una lettera al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, chiede alla Lega serie A di fare "un salto di qualita' per il calcio in tv" e nella sostanza di offrire "anche dei pacchetti di esclusive, liberamente contendibili e senza divisione tra piattaforme". La 'confindustria del pallone' proprio in questi giorni discute con i principali broadcaster il rinnovo dei diritti televisivi per il calcio italiano per il triennio 2015-2018. "La Serie A -scrive Raynaud nella lettera pubblicata oggi dal quotidiano- e' un patrimonio comune da valorizzare e non una risorsa da sfruttare. Crediamo sia importante, prima di cominciare questo percorso, guardarsi intorno e constatare che l'Italia, rispetto a tutti gli altri principali Paesi europei, e' caratterizzata da un doppia anomalia. Il nostro e' l'unico campionato in cui i diritti televisivi vengono venduti per piattaforme tecnologiche e, fatto ancora piu' unico, a prezzi estremamente diversi pur trattandosi di pacchetti del tutto simili. Anomalia, quest'ultima, che in passato era stata giustificata dalla natura sperimentale della piattaforma digitale terrestre, ma che oggi e' un paradosso, visto che il digitale terrestre raggiunge ormai la totalita' delle famiglie italiane e ha una platea potenziale di gran lunga superiore a quella del satellite".

"Come evidenzia infatti l'ultima relazione annuale dell'Agcom -fa notare Raynaud nella missiva-, gli ascolti televisivi per piattaforma sono per l'84,4% sul digitale terreste e per il 15,5% via satellite (il rimanente 0,1% via IPTV). Il mercato e' fermo da tempo. Gli abbonati al calcio e agli altri sport sono circa 4,4 milioni, suddivisi quasi equamente fra le due piattaforme. E non crescono ormai da anni, malgrado il prezzo a cui vengono offerte le partite di Serie A sia gia' il piu' basso rispetto ai principali campionati europei".

"Oggi, continua Raynaud, la Lega Calcio, nel disegnare il futuro del calcio italiano, e' chiamata a fare una scelta chiara e ha davanti a se' due percorsi alternativi. Continuare a offrire agli operatori pacchetti per piattaforma che siano pero' sostanzialmente equivalenti non solo nei contenuti ma anche nel valore economico. Oppure percorrere la via scelta da tutte le principali Leghe europee: offrire pacchetti di esclusive - anche a segmenti nuovi - che mettano in competizione tra loro i diversi operatori, fermo restando - come prevede la legge - che nessun operatore puo' acquisire la totalita' dei diritti in esclusiva. E Sky non vuole certamente l'esclusiva totale! In questa lista non c'e' l'opzione di trasformare la Lega Calcio in un broadcaster televisivo: una soluzione dove i club si assumerebbero il rischio di impresa, e visti gli esperimenti fallimentari a livello internazionale risulterebbe a dir poco azzardata. La soluzione che predilige Sky e' che la Lega Calcio offra anche dei pacchetti di esclusive, liberamente contendibili e senza divisione tra piattaforme".

"In questi 10 anni -conclude- Sky ha investito oltre 6 miliardi di euro nel sistema calcio italiano, ha introdotto le tecnologie piu' innovative e rivoluzionato il modo stesso di raccontare il calcio. Vuole continuare a farlo con la stessa energia e lo stesso entusiasmo di sempre, ma non e' possibile immaginare che continui a sostenere i due terzi dei costi del sistema, pagando piu' del doppio del suo principale concorrente per trasmettere le stesse partite. E' un modello discriminatorio ne' equo, ne' giusto, ne' sostenibile. Tutti dobbiamo fare la nostra parte"

(Adnkronos)