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Juve, Tevez chiude il discorso: “Tra un anno e mezzo torno al Boca Juniors”

Nessuna speranza, insomma per i tifosi bianconeri, di trattenere ancora a lungo l'attaccante argentino.

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Già nelle scorse settimane si era capito che il rapporto fra Carlos Tevez e la Vecchia Signora non sarebbe stato per sempre. Ora però l'Apache lo ha ribadito chiaramente in un'intervista esclusiva rilasciata a 'Tuttosport' che non ci sarà il rinnovo con la Juventus, garantendo comunque il massimo impegno finché indosserà la maglia bianconera.

"L’ho già detto più volte, il discorso per me è chiuso. - ha affermato l'argentino - Quando ho firmato per tre anni con la Juve, ho detto fin dall’inizio, anche alla società, che quello sarebbe stato il mio ultimo contratto prima di tornare al Boca. Ma nessuno ha commentato nulla. In seguito ho detto le stesse cose, compreso il fatto che a fine contratto sarei tornato a casa. Il problema è che quando non c’è notizia, si cerca di tirarla fuori. Prima, però, voglio vincere tutto qui".

Nessuna speranza, insomma per i tifosi bianconeri, di trattenere ancora a lungo l'attaccante argentino, ma Tevez ha voluto comunque spendere parole importanti per la maglia numero che indossa e in generale per i colori bianconeri: "La casacca numero 10 della Juve, per la sua storia, sarà sempre di Del Piero. - ha dichiarato - Io, però, difenderò questa maglia alla morte, perché quando la indosso non penso ad alcun numero. Penso, piuttosto, allo stemma della Juventus, che in Italia è grande. Mi dà piacere indossarla e pensare che la responsabilità più grande è difendere lo scudo della Juve, non semplicemente la maglia".

L'Apache, insomma, vuole togliersi ancora molte soddisfazioni con la Vecchia Signora, in particolare in Champions League: "Pensiamo di poter fare il meglio possibile, - ha detto - di poter proseguire il cammino e dare così tanta allegria alla nostra gente".

Magari grazie ai suoi goal: "Conte faceva giocare le due punte sempre vicine e non voleva che io arretrassi tanto. Con Allegri ho una maggiore libertà d’azione. - ha spiegato l'Apache - Vuol dire che quando la squadra deve difendersi ci si difende, mentre in attacco ho più libertà di muovermi e svariare dove voglio. Allegri mi dà la libertà di giocare in tutta comodità: ora faccio quello che sento di voler fare".

Anche in questa stagione non sono mancate le accuse di 'favoritismi arbitrali' per la squadra bianconera, ma Tevez a riguardo è perentorio: "Non mi piace che si dica questo. - ha sottolineato l'argentino - Io penso che nel calcio si vinca o si perda dentro il campo. Non è l’arbitro che ti fa vincere o perdere una partita. E chi gioca sa perfettamente di cosa sto parlando. Sono cose che rovinano il calcio".

"Non si vuole capire che è del tutto normale che un arbitro possa sbagliare, non lo fa certamente di proposito. - ha tuonato ancora Tevez - A tutti capita di commettere un errore, anche ai giocatori, allo stesso Tevez, oppure ad Allegri, o Buffon. C’è sempre qualche giocatore che protesta, anche quando perde 3-1, per un rigore o un fallo non fischiato o chissà cos’altro".

"Non posso pensare che abbia perso una partita per colpa dell’arbitro: semplicemente ho fatto male. - ha concluso sul tema - E dunque, se perdo vado a casa e rifletto sui miei errori. In Argentina o Inghilterra non succede nulla di simile: è una questione di cultura".

Sul calciomercato il numero 10 sponsorizza il ritorno di Osvaldo: "Ho letto che la Juve ha voglia di prenderlo e che c’è interesse nei suoi confronti: è una prospettiva che mi fa felice, - ha ammesso Tevez - perché Osvaldo è un mio grande amico, gli voglio bene e mi piacerebbe che tornasse da noi. La nostra è un’amicizia nata l’anno scorso, prima non lo conoscevo".

"Penso che lui sia un ragazzo buono, - ha aggiunto Tevez - che ha il sangue più caldo degli altri. Ecco perché fa ciò che sente in un determinato momento, poi magari se ne pente, anche se in ritardo. Magari deve imparare a controllarsi un po’. Ma alla Juve è la squadra che comanda il tutto. In questa squadra c’è rispetto di tutti per tutti. Ecco perché qui Osvaldo non potrebbe combinare casini".