In Africa, le guerre si fanno ancora per la religione. E la Nigeria non fa eccezione. Tra un attentato e un altro, tra una bomba e un'altra, le vittime innocenti sono tante, tantissime. Tra loro poteva esserci anche Ogenyi Onazi, centrocampista della Lazio, tornato la scorsa settimana a Jos, sua città natale, prima di unirsi alla sua nazionale.
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Esplosione in Nigeria. Il laziale Onazi vivo per miracolo
In Africa, le guerre si fanno ancora per la religione. E la Nigeria non fa eccezione. Tra un attentato e un altro, tra una bomba e un’altra, le vittime innocenti sono tante, tantissime.
Mercoledì 21 maggio sono morti in 118: una carneficina. Onazi era sul posto e ora è vivo per miracolo, come racconta lo stesso giocatore alla BBC."Sono andato al mercato per comprare qualcosa, era un giorno come un altro. Poi, a un certo punto, c'è stata l'esplosione. La gente fuggiva, c'era un caos totale. Non sapevo cosa fare. In Italia non ho mai sentito un botto simile" le sue parole riportate da goal.com
È già dunque un miracolo che Onazi possa raccontare quel che è accaduto a Jos. "Sì, grazie a Dio sono vivo per miracolo - continua il giocatore biancoceleste - Ma non so se esserne felice, perché il mio pensiero va alla Nigeria e alla mia città. Lì ci sono nato e lì ci sono cresciuto. Sono preoccupato per la gente che ci vive, qui ho i miei fratelli e i miei amici".
"Personalmente credo che il problema dovrebbe essere affrontato in maniera più decisa, una volta per tutte - dice ancora Onazi - Ci sono troppe persone che stanno perdendo la vita con questi attentati continui. Il governo dovrebbe intensificare le misure di sicurezza in tutto il Paese".
Giocoforza, Onazi deve ora ricominciare. Ci sono i Mondiali da giocare con la maglia della Nigeria, e prima ancora l'amichevole di questa sera contro l'Irlanda, al Craven Cottage di Londra. Vivo, fortunatamente, ma con la morte nel cuore.
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