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Calcioscommesse, Palazzi deve valutare se esistono elementi sufficienti per processare di nuovo Mauri

Ilievski tirerebbe in ballo pesantemente il capitano biancoceleste già giudicato dalla giustizia sportiva due estati fa, ma poi sanzionato, alla fine del percorso sportivo, soltanto con 6 mesi di stop

Redazione

«Appena avremo acquisito gli ultimi atti dalla Procura di Cremona faremo le nostre valutazioni, delle quali sarà dato tempestivamente conto». A fare il punto della situazione è lo stesso procuratore della Figc, Stefano Palazzi, al termine di una giornata giocata in trasferta a Cremona, dove ha incontrato il capo della Procura lombarda, Roberto Di Martino, titolare dell'inchiesta sul Calcioscommesse. «Grazie al lavoro della giustizia ordinaria - aggiunge all'Ansa - emergono continuamente fatti nuovi ed è questo un fatto positivo al fine di sradicare dal calcio questo tipo fenomeni».

Gli inquirenti federali, infatti, guardano con attenzione alle dichiarazioni di Hristiyan Ilievski, a capo del gruppo degli 'Zingarì che corrompeva giocatori di serie A e B, consegnatosi alle forze dell'ordine lo scorso 27 aprile dopo una latitanza di quattro anni.

Dai verbali del macedone emergerebbero ulteriori elementi sulle presunte combine di diverse partite, in particolare quelle di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, del maggio 2011. Ilievski, infatti, tirerebbe in ballo pesantemente il capitano biancoceleste, Stefano Mauri, già giudicato dalla giustizia sportiva due estati fa, ma poi sanzionato, alla fine del percorso sportivo, soltanto con 6 mesi di stop, per l'omessa denuncia del match con i liguri.

Alla vigilia di quella partita Ilievski andò a Formello e racconta di aver incontrato il centrocampista che gli avrebbe detto: «ti faccio io un regalo, la partita è già fatta, gioca 1-1 nel primo tempo». Primo quesito: se la partita era già combinata, chi lo aveva fatto? Mauri, che avrebbe quindi indirizzato Ilievski dal capitano del Genoa Omar Milanetto, per quella soffiata avrebbe ricevuto 50mila euro. Altri 70mila lo 'zingarò dice di averglieli inviati, tramite l'amico Zamperini, per combinare invece la partita con il Lecce (330mila euro erano per i giocatori salentini). Dettagli che si sommano a quanto dichiarato in passato dal pentito Carlo Gervasoni. Ma basteranno per riaprire il processo sportivo nei confronti del biancoceleste e quindi tirare in mezzo per responsabilità oggettiva il club di Lotito? Toccherà a Palazzi valutare se esistono elementi sufficienti per processare di nuovo Mauri che, per il principio del 'ne bis in idem', non può essere giudicato due volte per la medesima cosa (stesso discorso vale per l'ex leccese Stefano Ferrario, condannato per omessa denuncia). Senza riscontri tangibili la Procura rischierebbe un ulteriore fallimento (nel 2013 aveva deferito Mauri per doppio illecito).

Sarebbe, infatti, la parola del laziale contro quella del Ilievski, che assumerebbe maggior valore nel caso la giustizia ordinaria arrivasse almeno alla sentenza di I grado. Discorso diverso per i nomi che sarebbero emersi recentemente e che non sono mai stati giudicati dalla giustizia sportiva. Palazzi potrebbe concentrarsi soprattutto su di loro.