Nelle ultime ore era circolata la voce seconda la quale Massimo Cellino aveva contratto il Coronavirus. E' stato lo stesso presidente del Brescia a confermare l'indiscrezione ai microfoni de La Repubblica. Il numero uno della squadra lombarda ha parlato anche dell'eventuale ripresa degli allenamenti prevista per il 4 maggio. Queste le sue parole:
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Brescia, Cellino: “Ho contratto il Coronavirus. Ora stop al calcio”
Il presidente del Brescia: "Nessuno ha convocato le squadre per il 4 maggio. Chiedo ai presidenti di Figc e Coni di prendersi le loro responsabilità"
«Sono a Cagliari da pochi giorni, dopo aver fatto tre settimane di quarantena a Brescia. Poi per passare Pasqua in Sardegna con la mia famiglia ho preso un aereo privato e sono tornato. Dopo due settimane di quarantena a Cagliari sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto».
Ha anche i sintomi del coronavirus?
«Ho stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa. E male al fegato».
Ma quello non è per la malattia.
«No, è per il calcio. Assurdo si discuta ancora se giocare o no: noi siamo uomini fortunati, io ho una villa a Cagliari, in campagna, una a Miami. Ma ci sono 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Se non pensiamo agli altri, e non ci pensa lo Stato, i 600 euro diventano solo metadone. Non c’è la minima sensibilità, il Paese dovrebbe essere molto più vicino alla gente. Mi imbarazza l’insensibilità di questo governo. Sto pensando seriamente di prendere il passaporto inglese».
La gente a Brescia cosa chiede?
«Mi difende, mi dice che vuole onorare i propri morti, si offende se riporto la squadra in campo. Io devo rispettare queste persone. Non ho paura di retrocedere, in B magari vado lo stesso ma tornerò in A, ho giocatori giovani e i conti a posto. Non accetto di non portare rispetto alla città di Brescia però. E se si gioca non lo decidono i club».
Lo deciderà il governo, no?
«Ma qui abbiamo Lotito che fa il medico, il virologo, lo scienziato nucleare, lo psicologo, l’astronauta. Come fa il presidente di una federazione a non sottoporsi all’autorità del presidente del Coni o del ministro dello sport? Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? Noi invece vogliamo finire il campionato in 15 giorni. E ho scoperto perché».
Ecco: perché secondo lei?
«In Lega ci sono circa 180 milioni di euro destinati alla classifica finale della Serie A e che vanno alle prime 10 in classifica. E questi premi sono stati già fatturati dalle società. Ora, se non si finisce il campionato e Sky non paga, cosa succede a chi ha già speso quei soldi?».
Il Brescia si allenerà il 4 maggio?
«Ma chi ha convocato le squadre per il 4 maggio? Glielo dico io: nessuno. Non ci sono lettere, non hanno richiamato i giocatori. Vanno fatti i test e devono risultare tutti negativi, prima di ripartire. Se nella fase 2 non riaprono le chiese, come fa a ricominciare la Serie A? Anche a porte chiuse in uno stadio entrano novecento, mille persone: oltre a tutti i tesserati ci sono addetti alle luci, cameramen, idraulici, addetti all’antidoping, arbitri, delegati, ispettori Figc,e della Lega, medici, steward».
Anche lei però ha degli interessi in ballo: rischia la Serie B.
«Se le mie suppliche sono malintese non me ne sbatte nulla. Se vedo rischi la squadra non la faccio giocare. Chiedo ai presidenti di Figc e Coni di prendersi le responsabilità, l’anno prossimo rischiamo di avere 10 società fallite in Serie A».
Cosa pensano i giocatori di questa situazione?
«Sono spaventati. Ho lasciato a disposizione il centro sportivo per allenamenti individuali, ho sei campi meravigliosi. Sono venuti solo 4-5, gli altri per paura mai, e li capisco. E due, Joronen e Bjarnason, si sono stirati dopo 3 minuti di corsetta. Magari è una casualità, ma come facciamo a giocare così? Se non ho certezze, non ci penso assolutamente a metterli a rischio».
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