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Totti-Spalletti, storia di un rapporto tra amore e crisi – FOTO
Il 2006 è l'anno dell'infortunio, dei Mondiali e di un feeling che si cementifica: in mancanza di Totti il tecnico fa di necessità virtù ma non passa momento senza che arrivino parole al miele per il numero dieci, spettatore suo malgrado nelle dieci vittorie consecutive. "È il nostro capitano, le vittorie sono per lui" la festa nel derby è sotto la curva, per l'ennesima volta tecnico e giocatore condividono una felicità indimenticabile.
"Il più grande merito di Spalletti? L'aver preso in mano un gruppo, averlo ricompattato e avergli restituito un'anima" Totti continua l'elogio, ad aprile non si parla solamente di Mondiale ma anche delle ambizioni giallorosse e di mercato: "Dico la mia sui calciatori, ne parlo anche con l'allenatore. Da capitano valuto anche io se un giocatore può essere da Roma."

L'estate passa, con lei i bagordi per il successo azzurro al Mondiale ("voglio convincere Totti a rimanere in azzurro" la promessa di Spalletti), la Roma si tuffa verso un'altra stagione con propositi da protagonista ma l'inizio di campionato è altalenante. Dopo il pareggio interno con il Chievo si parla di ritiro, in conferenza il tecnico desidera chiarire alcune cose: "Totti parla di scudetto? Prima di dire questo deve pensare a migliorarsi, come lui anche tutta la squadra. Per arrivare lì devi dare qualcosa in più. Al di là di obiettivi personali e primati" segnali poco confortanti che lo stesso Totti ridimensiona con parole cariche di carisma: "Sono d'accordo con il mister. Come capitano devo essere io a dare l'esempio."

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