Un fumata bianca improvvisa: Tiago Pinto è il nuovo Direttore Generale della Roma. Ancora una volta una mossa nell'ombra da parte dei Friedkin, che dopo un lungo casting internazionale hanno scelto il 36enne di Peso Régua, cittadina a nord del Portogallo. Profilo di alto livello ben noto in patria: dal suo arrivo nel 2017 è riuscito a vincere con il Benfica ben 50 trofei in tutte le discipline della polisportiva lusitana, dando nuovo respiro ovviamente anche alla squadra di calcio. La sinergia fondamentale è stata quella con Manuel Rui Costa, vecchia conoscenza del calcio italiano: i due hanno creato un binomio importante e un progetto fatto di giocatori di esperienza e talenti in rampa di lancio. In estate i portoghesi sono riusciti a strappare alla Roma Vertonghen e sono andati vicinissimi nell'ingaggiare Edinson Cavani, affare sfumato per le pretese dell'uruguaiano. Non soltanto esperienza, gioventù e talento sono infatti le altre direttrici su cui si muove Pinto e su cui ha fondato le sue ultime sessioni di mercato. In estate infatti con Rui Costa ha portato all'ombra del Da Luz giovani dal futuro assicurato come 'Cebolla' Everton, tra i brasiliani più ricercati del mercato, Luca Waldschmidt, prelevato dal Leverkusen, e quel Todibo cercato a più riprese anche dalla Roma di Fonseca.
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Tiago Pinto, profilo internazionale e attenzione per i giovani. Ecco il nuovo dg della Roma
Insieme a Rui Costa ha riportato il Benfica ad altissimi livelli, lanciando talenti importanti e operando in maniera oculata sul mercato
Profilo internazionale e competenza sportiva totale
Un vero e proprio prodigio del panorama sportivo portoghese. Così lo descrivono in patria, dove Pinto ha avuto il grande merito di segnalarsi già da giovanissimo nei piani alti del Benfica. Laureato in Pedagogia all'Università di Porto e in possesso di un Master in Economia e Risorse Umane, ha dimostrato grande dedizione e attenzione non soltanto al panorama calcistico, ma a quello sportivo nella sua totalità. Il background è quello accademico e manageriale, competenze che gli hanno permesso sin da subito di dialogare con le alte sfere del club portoghese, che gli ha offerto la possibilità di guidare la divisione multisportiva. Affinando questa visione totale è riuscito, in qualità di Director of Professional Football, a sviluppare e a riproporre quella mentalità vincente che è stata da sempre prerogativa dei biancorossi, ottenendo risultati e prestazioni importanti. Non a caso il Benfica dal 2017, oltre al successo nella Primeira Liga Porotghese, si è qualificatao regolarmente in Champions League, mantenendo sempre uno standard elevato nel panorama europeo. Palcoscenico, quello della Champions, che vuole tornare a calcare anche la Roma del futuro.
Valorizzazione e crescita: i giovani al centro del progetto
"Posso garantire che il futuro del calcio portoghese c’è, con tanti giovani di assoluta qualità. E Joao Felix diventerà il migliore al mondo”. Parole e musica dello stesso Pinto, quando a gianlucadimarzio.com presentava la sua 'poetica' calcistica e la sua visione del futuro del movimento portoghese, a cui il suo Benfica ha dato negli ultimi anni un impulso incredibile. Joao Felix, cresciuto e poi venduto all'Atletico Madrid per la cifra monstre di 127 milioni di euro è soltanto la punta di un iceberg fatto di valorizzazione del talento e di sostenibilità aziendale. Comprare, vendere ma soprattutto reinvestire. Un mantra che Pinto conosce benissimo: Ruben Dias ed Ederson (Manchester City), Raul Jimenez (Wolverhampton) e Nelson Semedo (Barcellona) sono solo alcuni dei giocatori coccolati al Da Luz e poi spediti nei più ricchi club del Vecchio Continente. Un tesoretto da quasi 200 milioni di euro che ha rinforzato le casse del club e permesso di reinvestire nei talenti del futuro come fatto in estate. Ripartire dal vivaio quindi, politica in linea con gli ultimi rinnovi dei tanti primavera giallorossi. Senza però trascurare il peso degli esperti: "Cosa invidio al calcio italiano? Penso a Ibrahimovic, ha una personalità incredibile e riesce sempre a influenzare la squadra. O a Dybala, un piccolo Messi che apprezzo da quando vestiva la maglia del Palermo". Quella personalità che dovrà dimostrare di avere lo stesso Pinto all'interno della nuova Roma.
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