Zitti e a casa. L'imperativo categorico di mister Spalletti dopo Real Madrid-Roma (2-0). Zitti e a casa, perché la sua nuova Roma deve essere esattamente come la vuole, senza compromessi; d'altronde conosce questa città e martedì, al triplice fischio, sapeva perfettamente che dopo la bella prestazione della sua squadra si sarebbero suonate le campane a festa per il solo fatto di non aver rimediato l'ennesima umiliazione europea. Ma il vento è cambiato, e il Luciano che conoscevamo si è evoluto in un sergente di ferro intransigente, tornato a Roma per vincere. Non per competere, tantomeno per sperare di perdere di misura a Madrid. E quindi giù bastonate, senza la gentilezza di buttare qua e là qualche carota. E la squadra sembra recepire e non subire, tanto che in campionato ha infilato la settima vittoria consecutiva demolendo la Fiorentina.
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TESTA A TESTA Udinese-Roma: Zukanovic-Thereau; Perotti-Hallfredsson; Dzeko-Heurtaux
La Roma cerca il riscatto in terra friulana dopo l'eliminazione Champions, seguita da 4000 tifosi giallorossi
Il 22 gennaio del 2006, la prima Roma del tecnico toscano collezionava il quinto successo di fila, battendo l'Udinese al Friuli 4-1. Domani, alla Dacia Arena, (i tifosi friulani stanno combattendo a suon di petizioni per poter donare al nuovo stadio il nome di quello vecchio) i giallorossi cercheranno l'ottavo successo consecutivo, che permetterebbe loro di rimanere nella scia di Juventus e Napoli. L'andamento delle due compagini è all'opposto; la Roma ha vinto le ultime sette gare mettendo a segno 22 reti, I bianconeri hanno ottenuto i tre punti in una sola occasione nelle ultime 10 partite, peraltro contro il derelitto Verona. Ma il dato forse più preoccupante per gli uomini di Colantuono è la sterilità dell'attacco, specie tra le mura amiche; 10 gol fatti in 13 partite, nessuno in Serie A peggio di loro. Se a ciò si addiziona la sconfitta di Frosinone - i ciociari adesso distano un solo punto - e un allenatore mai così sulla graticola, sembrerebbe una partita senza storia. La Roma, però, ha spesso stupito per la capacità innata di rivitalizzare avversarsi dati per spacciati, e dopo le fatiche europee non può sottovalutare un impegno apparentemente semplice. Ne va della vivibilità di Trigoria, perché non è difficile immaginare la furia di Spalletti laddove la sua squadra sottovalutasse l'impegno.
Le buonenotizie sono i recuperi di Pjanic, DeRossi e Nainggolan. Il bosniaco si allena in gruppo da un paio di giorni e sembra aver recuperato al 100% mentre Nainggolan e De Rossi, per diverse ragioni, non sembrano in grado di partire titolari. Davanti, l'unico sicuro di partire dall'inizio è EdinDzeko; il mister lo ha confermato nella conferenza alla vigilia della partenza verso il Friuli, "le motivazioni per dargli una maglia le avete fornite voi con tutto quello che avete scritto contro di lui", nella speranza che l'orgoglio del campione risollevi morale e rendimento dell'ex City.
Zukanovic-Thereau: L'ex difensore della Sampdoria si è trovato nella difficile situazione di dover sostituire Rudiger, che nella seconda parte di stagione ha protetto con sicurezza la retroguardia giallorossa. La prova del fuoco di Madrid, superata come se giocasse partite di questo calibro da una vita, ha confermato che Zukanovic è un poliedrico difensore di sicuro affidamento. Certo, la qualità nell'impostazione non rientra tra le sue caratteristiche principali ma per fermare il macchinoso attacco dell'Udinese basterà la grinta e il senso della posizione del bosniaco. Il suo avversario principale sarà Thereau, 111 gol in carriera e una tecnica non trascurabile. Il francese è una punta cui piace dare aria al gioco, molto dinamica e col fiuto del gol. Con 8 reti è il capocannoniere della squadra; un ruolo pesante se si pensa che a precederlo è stato un certo Antonio Di Natale.
Perotti-Hallfredsson: Il centrocampista prelevato dal Genoa è il classico fantasista che riempie gli occhi. Oltre a due gol nelle ultime 5 partite - non proprio la specialità della casa - e assist a profusione, l'argentino ha messo nelle prestazioni un animo prettamente sudamericano che non ci si aspetta da un fantasista dai piedi buoni. A Madrid, nonostante l'alto livello degli avversari e una prestazione personale non indimenticabile, ha comunque fatto sentire la sua presenza, recuperando palloni e provando a costruire il gioco. La sua prestazione poteva essere impreziosita da un gol al volo, ma il pallone si è infranto sul palo, lasciando Diego e la Roma a secco. Nei pressi della sua area d'azione si aggirerà come un mediano anni '70 Emil Hallfredsson. Ammetto un certo debole per il modo che ha di interpretare le partite in cui è chiamato in causa; qualità al servizio di un mastino che sa mettere da parte le buone maniere, se necessario. L'impegno indiscutibile e l'effettiva valenza tattica dell'islandese lo rendono insostituibile per squadre del livello dell'Udinese.
Dzeko-Heurtaux: È tutto troppo brutto per essere vero. Dopo la doppietta di Roma-Siviglia, chi più chi meno, abbiamo tutti pensato che, dai tempi di Batistuta, la Roma avesse comprato il centravanti-scudetto. Invece Dzeko si sta rivelando un flop assoluto, mai decisivo e macchinoso come se giocasse la prima amichevole del ritiro estivo. Il problema è che sono passati sette mesi dal suo approdo nella Capitale, e domani si giocherà una delle ultime carte a sua disposizione. Deve iniziare ad essere l'attaccante delle scorse stagioni, ne va della sua carriera e del destino della Roma. A prendersi cura di Dzeko sarà Heurtaux, difensore francese più volte accostato alla Roma in sede di calciomercato. Forte fisicamente e abbastanza rapido per il fisico che lo supporta, ha impreziosito le 201 presenze tra i professionisti con 11 gol. Niente male per un difensore centrale. Che meriti una squadra con obiettivi maggiori rispetto alla lotta salvezza è fuor di dubbio, ed è solo questione di tempo prima che una big del nostro campionato lo prelevi dal club dei Pozzo.
Niccolò Mastrapasqua
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