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Stadio Roma, Raggi: “Smontando la delibera Marino i proponenti avrebbero chiesto un risarcimento”

Il sindaco della capitale: "Ho cercato appigli per smontare la delibera Marino, ma non posso sottoporre l'amministrazione capitolina a un danno erariale"

Redazione

L'arresto del presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito ha messo di nuovo a repentaglio l'iter della realizzazione dello Stadio della Roma. Il progetto del nuovo impianto giallorosso è finito nuovamente al centro delle indagini della Procura che stanno facendo emergere una rete enorme di corruzione. Il sindaco della capitale Virginia Raggi è tornata a parlare, ospite della trasmissione in onda su La7 'Non è l'Arena', partendo dalla delibera durante il mandato di Ignazio Marino: "Lo stadio nasce con una delibera durante la giunta Marino del 2014, che prevede la colata su Roma di 1 milione di metri cubi di cemento, di cui solo il 14% è destinato allo stadio e il resto è dedicato al Business Park, centro commerciale e uffici. Noi ci siamo scagliati contro quella proposta, troppo cemento e una serie di elementi che non ci quadravano. Abbiamo fatto un esposto in Procura, ma è stato archiviato perché evidentemente gli elementi che avevamo portato non erano sufficienti. Noi non volevamo fare quel tipo di stadio".

Il primo cittadino di Roma continua: "Quando ci siamo seduti, l’ex assessore all'Urbanistica Berdini ha attivato il processo, non richiesto da nessuno, per la conferenza dei servizi. Quindi sostanzialmente per arrivare più velocemente alla conclusione del procedimento dello stadio. Se lui non avesse attivato il procedimento per la conferenza dei servizi noi non saremmo stati qui a parlare. Lui l’ha attivata, non si è adoperato per fare una serie di cose, come chiedere pareri all’Avvocatura sulla possibilità di annullare la delibera di Marino e se ci fossero i requisiti perché cadesse. Io ho chiesto una serie di pareri all’Avvocatura, per trovare un appiglio per smontare la delibera di Marino, ma questo appiglio l'Avvocatura non ce l’ha dato. Ci hanno detto 'Se andate avanti e se annullate, il Comune di Roma è soggetto a richieste risarcitorie da parte dei proponenti'. A quel punto, tra tenere 1 milione di metri cubi e cercare di lavorare il più possibile per abbattere la cubatura... Io ho rifatto una due diligence sul procedimento e ora ne sto facendo un’altra (che però non riguarda l'iter dello stadio, ndr) alla luce di quello che è accaduto. Io non posso sottoporre l'amministrazione capitolina a un danno erariale, perché poi paghiamo tutti".