Enrico Michetti, candidato del centrodestra come sindaco di Roma, torna a parlare di stadio. E lo fa in diretta a Radio Radio insieme a Ilario Di Giovambattista. Ecco le sue parole sull'impianto ora voluto dai Friedkin.
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Stadio della Roma, Michetti: “Ok il Gazometro, pubblico interesse in 100 giorni”
Le parole del candidato sindaco a Radio Radio: "Il pubblico interesse può arrivare in cento giorni"
"Le aree potrebbero essere molteplici. Ma quello che può interessare al sindaco o all'amministrazione è riqualificare un'area: l'area del Gazometro e dei Mercati Generali potrebbero essere particolarmente evocate anche perché in quella prossimità nasce la Roma testaccina e c'è la parte più corale della città. E lì c'è la possibilità di realizzare l'impianto".
Quale sarebbe l'iter? "L'idea deve nascere col proponente, è lui che presenta due documenti: quello preliminare, di fattibilità, un progetto in cui si rappresenta quella che è l'idea. Poi accanto quello di sostenibilità economica dell'impresa. Dopodiché il progetto necessità di una conferenza istruttoria: anche la migliore idea dev'essere tecnicamente possibile, quindi tutti gli attori della pubblica amministrazione che hanno un ruolo in quell'ambito devono dare l'assenso. Il ministero delle Infrastrutture, dei Trasporti, la Sovrintendenza se ci sono dei vincoli... L'istruttoria deve dire se quel progetto è fattibile. All'esito positivo si passa in Consiglio comunale per il pubblico interesse: se ritiene che l'infrastruttura si inserisca senza traumi nel territorio e impreziosisca quell'area, si può ottenere. Nei primi cento giorni potremmo rilasciare il pubblico interesse. Se la Roma facesse l'impianto dovrebbe fare una serie di infrastrutture, come può essere un ponte per il deflusso, una riqualifica dell'intero asset trasportistico: tutte opere che andrebbero a carico del proponente ma nell'interesse 365 giorni l'anno della città. L'interesse è per tutti i cittadini. Porterebbe 3-4mila posti di lavoro: se queste soluzioni impattano sulla mobilità, riqualificano un territorio, impattano sul lavoro, il compito dell'amministrazione è favorirle".
Che errore non bisognerebbe ripetere rispetto a Tor di Valle? "Non deve mai succedere che fissi vantaggio pubblico e privato e poi lo smonti. L'urbanistica contrattata, una volta ottenuto il pubblico interesse, non va più toccata".
E dopo il pubblico interesse cosa succede? "Il progetto inizia a definirsi e si apre una seconda conferenza dei servizi decisoria, di assoluto dettaglio: questa decide dal punto di vista tecnico. Nel verbale finale approdano tutte le considerazioni degli ente interessati. Questa seconda conferenza può durare 90 giorni e poi altri eventuali 90 giorni. In sei mesi noi potremmo ragionevolmente avere un verbale che dice che l'opera è approvabile. Poi si torna in Consiglio Comunale per la pubblica utilità. Alla fine dei 2022 la Roma potrebbe mettere la prima pietra".
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