ROMA TRE, dall'inviato - Walter Sabatini torna all'università. L'ex dirigente della Roma, attualmente senza squadra, alle ore 16 incontra gli studenti di Roma Tre nell'ambito del progetto 'Sport & lavoro' organizzato dall'associazione 'Ricomincio dagli studenti'. Il titolo della conferenza è 'L'evoluzione del direttore sportivo' e si tiene nell'Aula 4 della facoltà di Giurisprudenza trattando in particolare degli sbocchi lavorativi del diritto sportivo, delle dinamiche dirigenziali e delle altre figure che agiscono in collaborazione con i dirigenti sporitivi come i procuratori sportivi.
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Roma Tre, Sabatini: “Spalletti deve restare. Monchi uomo straordinario” – FOTO – VIDEO
L'ex giallorosso tiene una conferenza per parlare degli sbocchi lavorativi del diritto sportivo e delle dinamiche dirigenziali
LA CRONACA DELL'EVENTO
Ore 18.10 - Termina qui il lungo incontro tra gli studenti a Roma Tre.
Ore 18 - La conferenza giunge al termine, spazio anche per il capitolo Totti: "Penso stia pensando a un altro anno da calciatore. Non so cosa farà la società, non ho più contatti".
Ore 17.40 - Continua uno scatenato Walter Sabatini: "Nainggolan? Vale 60 milioni perchè ha 29 anni. Spero che la Roma se lo tenga, è il giocatore più forte d'Europa.
Sul mercato cinese.
Ora ci sono disposizioni governative che impediscono acquisti folli, ma io son contentissimo. Ho preso 18 milioni per Gervinho dai cinesi, li ho fatti stare tre giorni a Trigoria, perché se fossero usciti sarebbe arrivata altra gente che li avrebbe convinti a lasciar perdere.
Su Dzeko.
Già l’anno scorso speravo rendesse come questo.
Su Luis Enrique.
Luis ha odiato un sacco di cose che gli sono successe qui a Roma ed è voluto andare via. E’ un uomo eccezionale, venuto con entusiasmo incredibile a Roma. Voleva proporre il suo calcio, c’è riuscito al Celta Vigo. Quella Roma non era una grande squadra, ci fu un mercato nevrastenico dell’ultimo momento, però c’è stato un momento in cui Luis sembrava avesse potuto portare avanti il suo progetto compiutamente. Uscito dalla partita di Bologna ho pensato che quella Roma, corretta e integrata, avrebbe potuto sbaragliare il campo. Quella partita non ha avuto seguito. Abbiamo cercato di trattenerlo ma se n’è voluto andare, ancora oggi lo ricordo con affetto e stima.
Yanga-Mbiwa?
Un ragazzo straordinario, però contraddittorio perché magari non sapeva fare uno stop in area ma poi ti faceva un tunnel o ti dava una randellata. Non sapevi mai cosa poteva succedere con lui. Però ha fatto un golletto da niente, da 30 milioni. C'era stata la possibilità di venderlo per la stessa cifra per cui era scattato l'obbligo di riscatto che mi uccideva. Allora convoco Yanga-Mbiwa e la prendo alla larga, utilizzando il mio presunto fascino. Io non ho mai sofferto così sotto lo sguardo di un calciatore, non ha più parlato, ha sbarrato gli occhi per 10 minuti e poi se n'è andato. Quei 10 minuti mi hanno ucciso, sono state molto poche le gioie dopo il 26 maggio. Io ho subito malanni vari e interventi che riconduco alla mia permanenza alla Roma e anche alla cessione di Yanga-Mbiwa. Per mandarlo via ci vuole un cinismo incredibile.
Il lavoro di Giuntoli?
Difficile giudicarlo quando è sotto la Roma. Sta facendo bene, non mi sto mettendo in graduatoria. Sarri? Ottimo allenatore, vi invito a guardarlo. Gioca il miglior calcio dopo quello della Roma a tratti.
Dove vorrebbe lavorare ora?
Il mio ultimo giorno da ds della Roma è stato il 7 ottobre, oggi è stato l'ultimo giorno psichico. A me manca molto il io ufficio quando soffro, ma vi ringrazio per questo incontro che mi ha risollevato. Avevo una bacheca dove mettevo miei pensieri ma anche degli altri. Quando mi sentivo avulso dalla vita tiravo giù quei foglietti di carta. La mia porta era sempre spalancata, cosa desueta per i ds che di solito si barricano. Volevo che ci fosse una grande commistione tra tutti. Per dirti quanto mi manca il mio ufficio, tiro fuori una poesia di Voltaire o di Montale. Nel mio ufficio avevo le mie protezioni, sapevo dove dovevo girarmi per trovare quello che mi serviva. Ora mi sento disorientato, è quasi un abisso intorno a me. Io non avrei mai pensato quando sono arrivato alla Roma, chissà quali prospettive alte avevo. La Roma ha davanti a sé un mese determinante, ha bisogno del mio stesso pragmatismo. Io sono sempre disposto a perdere qualcosa, chi non è disposto vive male. Per me può essere una soluzione intermedia, anche scendendo in basso, accetterei volentieri. Da piccolo giocavo a calcio, anche se ero in inferiorità numerica, faccio il mio calcio dell'utopia. Anche scendendo in basso farei le stesse cose allo stesso modo ma sempre con la stessa passione.
Caratteristiche di un ds?
L'onestà è la prima cosa. Io sono stato sempre uno scapestrato, ho avuto pochi principi ma indiscutibili. Siate onesti e leali, così sarete sempre più forti degli altri.
Cosa pensa della situazione del tifo a Roma, tra barriere e passione? Perché queste barriere?
Problema delicato, riguarda l'ordine pubblico. Pensate quanto è bello il calcio! Quanto è bello uno stadio dove tutti i veri possono andare, quanto sarebbe bello imitare il Chelsea. E' inquietante che debbano pagare tutti, o togliere la Roma ai romanisti. Nonostante la Roma abbia vinto le partite in casa, che cos'è una squadra senza pubblico? Il dirigente lavora solo per la felicità dei tifosi, è l'unico scopo principale: non c'è altro.
Ore 17.15 -"Doumbia? Io l'ho preso per mettere su un piedistallo la società, l'ho voluto e la stampa mi ha acclamato. Quando sono arrivato mi sono fatto aiutare per prendere Lamela, l'ho soffiato a un'altra squadra italiana per dare un segnale: tutti devono fare i conti con la Roma e quando la incontrate non c'è trippa per gatti, anche se non quelli dalla coda maculata. Doumbia è fortissimo, la cosa che ci ha fregato è che ho sottovalutato le sue condizioni ignobili dopo la Coppa d'Africa, avrei fatto molto meglio io. Almeno contro il Parma avrei fatto meglio. Nessuno ricorda poi che lui ha esordito in un momento imbarazzante, a Sassuolo ha fatto gol a Sassuolo e poi con il Genoa. E' andato male, è una mia responsabilità.
Su Gerson.
E' molto forte, se la Roma pensa che sia una sola, auspicabilmente me lo porto via io. E' un classe '97, un po' compassato che gioca la palla in maniera sublime. L'ambiente non lo ha accolto trionfalmente, ma se i giocatori hanno qualità e carisma superano le difficoltà. Lui è entrato in un contesto di dare-avere, prendi-lascia. Posso prendere attacchi, però ci sta che un giocatore possa rendere meno di un altro, l'importanza è la consistenza. La Roma non vince? Sono 3 anni che crea un presupposto per vincere. La Roma vincerà, forse anche quest'anno.
Ibarbo?
Hanno raccontato stupidaggini vergognose. C’è stato un tecnicismo amministrativo, ma è venuto per 2 milioni e se n’è andato per 2 milioni. Ibarbo ha fatto una percussione contro la Lazio clamorosa uno preso gratis ti fa una cosa del genere e ti fa vincere il derby e ti manda in Champions League, io un’operazione così la rifarei.
La Juve si dice che vinca per la difesa, ma noi abbiamo avuto una grande difesa con Benatia, Marquinhos e gli altri.
Hai tirato fuori il coltello e me lo hai piantato. E' un'osservazione legittima, la Roma che io ho gestito aveva bisogno di vendere e fare operazioni con saldo positivo. Ci sono situazioni difficili da leggere da fuori, ci sono notizie frammentate. Quando i giocatori si impongono, come immagino stia facendo Manolas ma non ne voglio parlare... Quando i giocatori fanno male non ti concedono lo sconto, se fanno bene diventano pesanti dal punto di vista salariale. Lì è la questione della possibilità di un'azienda di incrementare o meno gli stipendi.
Ogni anno c'è la coperta troppo corta, la società sembra che sia venuta solo per fare soldi con lo stadio...
Sono l'ex ds della Roma e non voglio rispondere a questa domanda, anche se mi dispiace. Su questa cosa non posso dire niente.
Ore 17.10 - Sabatini racconta la sua carriera scolastica: "Ho fatto lo scientifico, poi sono venuto a Roma per una serie di ignobili raccomandazioni di cui mi vergogno ma ne ho usufruito come tanti altri. Poi sono stato iscritto a Scienze Politiche che era una facoltà di nullafacenti, sono riuscito a dare tre esami incredibili, Economima Politica, Diritto Privato e Statistica, rispettivamente con votazione 30,30 e 29. Ho smesso di frequentare poi, siccome mi davano tutti del dottore e io non lo sono. Ho detto 'ca**o voglio essere dottore, almeno non devo spiegare niente alla gente'. Però erano scaduti i termini e ora vi dico: studiate e laureatevi! Datevi da fare, diventate qualcosa e combattete! Anche se questa cosa l'avrebbe detta chiunque, ma io ci credo. Io essendo una persona molto adulta, ho avuto un bambino a 50 anni e non avevo l'abitudine di essere padre. Gli ho detto che deve togliere l'ignoranza, che è quella che ci sdraia".
Come è nata l'idea del direttore sportivo?
Io odiavo l'idea di diventare di ds, perché presuppone diplomazia. Essendo stato a 30 anni un giocatore ignobile e fallito, non ho foto di me da calciatore perché mi imbarazza solo vederle. Poi una serie di coincidenze e la fortuna mi hanno assistito.
Ore 17 - Su Nainggolan e Strootman: "Quando ho preso Nainggolan a 9 milioni per la metà mi hanno dato del cianotico e dell'avvinazzato... L'infortunio di Strootman ha tolto uno scudetto alla Roma. Alla fine di Roma-Samp del 2010 volevo morire, con un pareggio sarei arrivato in Champions col Palermo. Il 26 maggio? Ha prodotto un danno irreparabile, anche a me personalmente. Sono stato tre volte all'ospedale..."
Iturbe?
E' un giocatore che ho preso ma ha fatto male, anche se quando l'ho preso ero un beniamino della folla. Io sono entrato a Trigoria per proteggere Di Benedetto, a Roma in quel momento c'era un casino. Quando sono entrato in sala stampa non ero ancora il ds, non avevo firmato. Ci sono delle cose che mi hanno ammalato, mentre camminavo a Roma un camioncino ha inchiodato e uno mi ha detto: "Ma che cazzo fate co 'sti abbonamenti?" Ma io non ero ancora il ds, c'erano solo voci. Lì però ho sentito la forza della Roma, il sentimento".
Ore 16.50 - Sabatini riprende: “Spalletti ha provato, e sta provando, a cambiare la mentalità romanista per renderla vincente. Lui ha dato vita a un’officina permanente con i suoi collaboratori nel tentativo di portare un percorso nuovo. Ma ha dovuto dire cose impegnative, andando in rotta di collisione con Totti. Ho visto fargli fare giocate non riproducibili. Ma ha rappresentato un problema, gestirlo nella sua fase declinante. Spalletti, colpendo Totti in alcune circostanze, lo ha fatto per portare dentro la Roma quell’idea di forgiare una squadra forte. E lo si fa solo grazie ai comportamenti. Ha fatto qualcosa di poderoso e sta cercando di farlo ancora oggi. Ma guardate quello che succede. Lui è coraggioso, ed è una virtù di pochi. Spero resti qui. Mi dispiace che Spalletti possa essere vilipeso e denigrato, anche da persone che non potrebbero farlo. Due giorni fa Spalletti è stato affrontato come si affronterebbe un uomo di marciapiede. ‘A Spalle’, nun fa’ cazzate…’, gli ha detto un principe della comunicazione. Ma come si permette? Che cos’è questa città? Chi dà la licenza a queste persone di attaccare l’ottimo allenatore della Roma?”.
Uno studente: Ce l’ha con Mazzone?
“Ma no… Ha detto una cosa carina, affettiva… Sono cose che succedono ricorrentemente, e la maggioranza della gente di questa città lo permette. Il nostro allenatore è onesto e responsabile, sta cercando di portare dentro Trigoria i comportamenti necessari. E cosa succede? Lo insultano. Questo nuovo direttore sportivo godrà di un vantaggio enorme. Io faccio un plauso alla società, che è riuscita a indirizzare i media in una giusta direzione. Monchi lo disegnano come un Re Mida del calcio”.
“Spalletti sarebbe una perdita enorme. Non chiede i top player. A chi auspica una politica di giovani dico che si potrà verificare nel new deal della Roma. Fino a qualche giorno fa non è stato possibile. Spalletti non ha mai, di fronte una telecamera, evidenziato l’inadeguatezza di una rosa. Guardate gli altri tecnici invece cosa fanno. Spalletti merita di vincere con la Roma, e sarebbe l’unico in grado di farlo”.
Uno studente: Spalletti potrebbe andare alla Juve?
“Lo auguro alla Juve, ma spero che Spalletti voglia restare alla Roma”.
Ore 16.40 - Sabatini interrompe il discorso: pausa sigaretta.
Ore 16.35 - Continua lo show di Sabatini:
Perché la Roma arriva seconda?
“L’ho detto nella premessa, subisce un ciclo irripetibile e fortunato della Juventus. È vero che la Roma arriva seconda, ma ti garantisco che molte società metropolitane vorrebbero arrivare seconde come arriva – o arriverebbe – la Roma. Lo dico perché il Napoli è molto forte. Ma cercheremo di mantenere la posizione… Noi, non loro. Visto che non sono più il ds“.
“Siete tutti romanisti qui? La Roma è una malattia, pensate che mi hanno anche dato del laziale…“.
Smentisca!
“Io l’ho sempre smentito, figuratevi… Io ho sempre detto che avrei rispettato la Lazio, che mi ha fatto lavorare in un periodo difficile della mia vita. Sono riconoscente, non denigrerei mai la Lazio. Ma mi sentirete sempre dire che la vorrei battere. Esiste anche l’arroganza nel calcio“.
Un direttore sportivo con chi lavora?
“Ci sono tante persone che lavorano insieme al direttore sportivo. Conoscenza, scouting e acquisizione fanno una squadra competitiva. Lo scouting dovrebbe essere arricchito da un lavoro di intelligence, specie nel mercato sudamericano“.
Ore 16.30 - In aula viene urlano il nome di Piris: “Il poro Piris forse alla Roma non ci poteva stare. Ma lui ha fatto la più bella partita da un terzino destro della Roma. Fece una straordinaria partita col Genoa“. Poi Sabatini torna a parlare di Monchi: “E' stato presentato come un autore di grandi gesta, lo confermo e lo sottoscrivo, ma lui viene presentato oggi come un deus ex machina, un uomo infallibile, io sono stato introdotto da due testate giornalistiche in questo ambiente con la denuncia di una mia squalifica avuta e scontata. La Roma ha fatto passi da gigante in questi mesi nel migliorare il rapporto con la stampa, ora più generosa con la Roma. Prima allenatori e dirigenti erano stati trattati malino. L’algoritmo di cui vado in cerca è l’algoritmo della vita. È totalmente falso che l’algoritmo produca il giocatore perfetto senza sbagliare scelta. Uno dei motivi per cui ho chiesto l’addio alla Roma è che la statistica sta sovrastando quella che potrebbe essere un’illusione cognitiva. Il calcio per istinto potrebbe essere foriero di… non nomino ancora quel calciatore, ma l’errore è anche più probabile. Torno al tema che interessa, ciò che caratterizza l’attività di un ds è la coniugazione tra assets, competitività e plusvalenze mantenendo forte la squadra. Il nuovo ds della Roma si troverebbe con assets da 200 milioni che gli consentirebbe di smantellare e ricostruire la Roma. Ma non credo che lo farà perché è una squdra forte".
Ore 16.25 - Walter Sabatini continua: "Ho fatto plusvalenze importanti alla Roma perché hanno evitato ricapitalizzazioni. Oggi la mia situazione èplumbea. Plusvalenze, assets e competitività fanno grande un ds. Le plusvalenze sono servite a livello economico. Da oggi per buona educazione cercherò di pensare ad altro. ‘Sono un uomo malato, cattivo e sgradevole’. Quello che è stato fatto a Roma in questi anni sotto il profilo delle plusvalenze è importante. A volte hanno evitato ricapitalizzazioni della proprietà. La Roma da tre-quattro anni è una squadra molto forte, ma è incappata in un ciclo straordinario della Juventus, pur essendo una squadra molto competitiva. I giallorossi hanno fatto cose che sono andate oltre la possibilità numerica e calcistica. La Juve l'anno scorso a questo punto aveva 66 punti, adesso la Roma ne ha 65. Anche il Napoli è molto forte, la Roma farà fatica a mantenere il secondo posto ma credo ci riuscirà".
Ore 16.10 - L'ex ds della Roma prende la parola dopo gli applausi degli studenti: “Sono applausi rigeneranti per me. Non sono polemico ma due, tre cosine devo dirle. Oggi è una giornata per me infausta. È quasi stato reso ufficiale il nome del prossimo ds della Roma. Non c’è ancora ufficialità, ma è Monchi, e io ho smesso di essere il diesse della Roma. E’ un uomo straordinario, la Roma ha fatto un'ottima scelta. Io sono stato fino ad ottobre il direttore sportivo della Roma, però in questi mesi ho pensato alle cose della mia vita come d.s. della Roma. Oggi sono disarcionato da questa scelta. Odio aver perso la Roma, la Roma è stata la mia vita, la amo e l'ho sempre seguita in questi mesi, ho sempre seguito le partite".
Ore 16 - Arriva Walter Sabatini.
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