“Da allenatore bisogna scindere la passione dalle altre cose, considerazioni che io spero di fare bene perché il derby è una partita importante”. Luciano Spalletti su Francesco Totti non è mai stato così chiaro, rispondendo alle tante domande sul Capitano rivolte dai giornalisti in conferenza stampa oggi a Trigoria. Domani c’è una partita importante: per la Champions e per la rivalità cittadina. Il tecnico di Certaldo punta al risultato, ai 3 punti, ad avvicinare ulteriormente l’obiettivo principale che è quello di giocare la massima competizione europea (“la Roma deve partecipare stabilmente”). Dare una maglia da titolare al Capitano, a 39 anni e con una mobilità ridotta, è rischioso. “Chi le dice che in quella partita lì, la Roma non abbia preso 2 gol nel primo tempo perché non aveva l’apporto di un giocatore a coprire gli spazi e a fare un certo lavoro?”. Il riferimento di Spalletti è al 2-2 nel derby dell’11 gennaio 2015, quello della doppietta del numero 10, del selfie sotto la Sud che fece il giro del mondo. Chi glielo ricorda, in sala stampa, lo fa per sottolineare che quel Totti è lo stesso di oggi. Ma Spalletti utilizza l’esempio per sottolineare ciò che pensa dell’ex Pupone: è uno straordinario campione (“il piede rimane quello, se guardiamo alle giocate gli si può rinnovare anche per 5/6 anni il contratto”) ma non riesce più a fare quello di cui la squadra ha bisogno: “La gestione della partita è importante, per tenere il pallino devi far girare la palla e poi saltare addosso all’avversario quando la perdi, altrimenti ti fanno correre”. E si fatica parecchio se lo si fa in meno di 11.
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Spalletti spacca Roma prima del derby: “Totti? Mettiamo da parte la passione”. Nainggolan: “Mai alla Juve, ma il Barcellona…”
“FAREMO LA GARA” Poi ci sarebbe anche la Lazio, tra una polemica e l’altra. La squadra di Pioli non ha nulla da perdere, l’ottavo posto permette ai biancocelesti di gettare il cuore oltre l’ostacolo e tentare di rendere meno amara una stagione fallimentare. Il tecnico toscano ha ben chiaro come fare per evitare brutte sorprese: “Noi tenteremo di fare la partita, oltre che di vincerla. Pioli lo conosco bene, è un bravissimo allenatore”. Quindi, occhio ai cali di concentrazione. “Questa Roma è consapevole della sua forza, non faremo errori”. Il ricordo va ad alcuni brutti derby persi male durante la sua prima gestione: “Ma a me piace ricordare quello delle 11 vittorie consecutive…”. Un po’ a tutti, ovviamente.
“MAI ALLA JUVE, MA SE CHIAMA IL BARCELLONA…” Da due settimane Radja Nainggolan è costantemente sulle pagine del calciomercato dei tabloid di mezza Europa, soprattutto su quelli Oltremanica. L’interessamento del Chelsea è concreto, Antonio Conte vuole un mastino come lui nella sua nuova squadra, ma di chiamate vere non ce ne sono state. Almeno così sostiene il belga, intervistato oggi da “Il Tempo”: “Sono abituato a queste voci, al Cagliari per 5 anni dissero che dovevo andarmene, ma ogni estate rimanevo. Ho appena rinnovato alla Roma, sto bene, penso a finire l’anno e raggiungere gli obiettivi stagionali. Non ho sentito nessuno, non so se sia vero questo interessamento, non ho parlato con nessun amico di nulla. Certo, se mi chiamano che faccio non rispondo? Il Barcellona, se dice che ti vuole, sarei ipocrita e scemo a dire che non ci andrei, è il club più importante al mondo”. Insomma, i tifosi giallorossi possono dormire gli stessi sonni tranquilli di un fuggiasco che si dà per la macchia e dorme con un occhio aperto. Se non altro, il belga di origini indonesiane è categorico su un possibile futuro alla Juve: "Non ci andrò mai, non ci piacciamo reciprocamente".
KEITA, UOMO DERBY A sua memoria, di derby in carriera ne ha perso solo uno, ai tempi del Lens in Ligue 1 contro il Lille. Seydou Keita, 35 anni, si prepara a domani con la calma di chi ha vinto di tutto e di più, soprattutto col Barcellona, e ha indossato la fascia di capitano almeno una volta in tutti i club in cui ha militato: “Lo potrò raccontare ai miei figli”, dice il maliano a “Slide Show” su Roma TV. E ai figli potrà anche raccontare di aver giocato con Francesco Totti: “Una cosa meravigliosa, che abbia giocato per vent’anni con una sola squadra. Lo rispetto, è un uomo umile, che ha dato tutto per la Roma. È un professionista vero, perché sennò a 39 anni mica è scontato giocare ancora”. Keita, che in Cina davano per finito, vuole mettercela tutta per regalare un’altra gioia ai tifosi: “La supremazia cittadina è motivo d’orgoglio, fa piacere. Se giocherò, darò il massimo”. Importante su Garcia, esonerato dopo la sosta natalizia: "Un grande conoscitore di calcio, ha dato tanto alla Roma. E' finita male, per colpa di noi giocatori".
I DUBBI DI LUCIO Keita o De Rossi? Tridente mobile o Dzeko unica punta? Sono questi i due maggiori dilemmi per il toscano, che oggi nella rifinitura pre-derby ha avuto tutti a disposizione, esclusi Gyomber e Vainqueur. Nei 23 convocati torna De Rossi, che ovviamente scalpita per giocare, ma la sua prolungata assenza e le ottime prestazioni di Keita fanno pensare che il numero 16 debba accomodarsi in panchina. E Dzeko? Chissà se i due gol con la Bosnia serviranno a convincere Spalletti a dargli un’altra possibilità, accompagnandogli Salah, El Shaarawy e Perotti. Sempre che uno dei tre – magari l’italo egiziano? – non venga sacrificato sull’altare del centravanti di Sarajevo.
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